Affitti da pagare e ristori fermi, la dura vita delle palestre di Olbia: “Difficile sopravvivere”

La situazione delle palestre a Olbia.

Centri sportivi e palestre chiusi da quasi un anno. Titolari e operatori dello sport l’altro giorno si sono riuniti nella Federazione sindacale sport Italia e hanno manifestato in piazza Montecitorio a Roma. L’emergenza covid-19 li ha messi in ginocchio. Anche gli imprenditori della Gallura e di Olbia avrebbero voluto far sentire la loro voce in piazza nella Capitale, ma la zona arancione gli ha impedito di muoversi.

La situazione è drammatica. “Siamo sull’orlo del baratro, ora con la crisi del governo i ristori promessi sono fermi, non riceviamo aiuti da dicembre e per di più gli affitti da pagare comprese le utenze – riferisce Angelo Mazza, titolare del Body Control Club in via Corelli a Olbia – Ci stiamo arrangiando con le lezioni di pilates online e all’aperto, ma è come riempire una piscina con un cucchiaio, difficile recuperare i costi”.

Le palestre sono lontane dalla loro apertura e spesso non vengono nemmeno menzionate. “Era stato proposto anche il passaporto vaccinale per consentire l’iscrizione in palestra, ma se aspettiamo vaccini e mascherine specili chissà quando potremmo aprire”, prosegue Mazza, che è anche personal trainer nella sua struttura.

Eppure i centri sportivi, grazie ai loro spazi generosi, avrebbero tutte le condizioni per aprire. “Le palestre potrebbero restare aperte come le scuole – spiega Mazza -. Ad esempio tra un gruppo di bambine sedute nei banchi di scuola e fare danza non vedo la differenza. Anzi con la danza si garantiscono distanze maggiori. C’eravamo organizzati anche creando delle griglie a terra per creare una distanza di sicurezza tra chi si allena”.

Chi vive di sport sa che esistono delle regole e sa che vanno rispettate. “Siamo la categoria più tartassata e non capiamo il perché, come se poi lo sport non fosse importante, anzi – conclude il personal trainer -. Joseph Pilates, ad esempio, creatore di questa magnifica disciplina sportiva durante il periodo della febbre spagnola ha superato la malattia ed è provato come l’attività fisica rafforzi le difese immunitarie”.

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