Percepiscono il reddito di ma non ne hanno diritto: nei guai 14 persone

I controlli della Guardia di finanza.

Le Fiamme gialle di Cagliari hanno acceso i riflettori sulla platea di cittadini che percepiscono forme di assistenza economica quali il reddito di cittadinanza e l’indennità di disoccupazione, particolari forme di sovvenzione statale riservate a quella fascia di popolazione che versa in condizioni reddituali disagiate o che ha da poco perso il lavoro.

Con più preciso riferimento al reddito di cittadinanza, misura di recente istituzione ed intesa quale strumento di politica attiva del lavoro, di contrasto alla povertà, alla diseguaglianza ed all’esclusione sociale, lo stesso spetta in presenza di concomitanti circostanze, autocertificate dal richiedente e volte a dimostrare non solo la propria condizione di difficoltà, ma anche quella dei componenti il nucleo familiare.

In questo contesto si inserisce il controllo operato dalla Guardia di finanza, chiamata a verificare che le risorse messe a disposizione dallo Stato vadano a beneficio di chi ne ha realmente bisogno.

La base di partenza per i controlli in materia di reddito di cittadinanza è stato lo sviluppo delle diverse informazioni acquisite quotidianamente a seguito sia dell’attività di controllo del territorio che delle risultanze delle diverse attività di servizio: un matching che porta ad indicizzare i diversi soggetti attenzionati secondo diversificati criteri di pericolosità fiscale.

La metodologia operativa adottata nei controlli effettuati nel campo dell’erogazione di questa pubblica provvidenza si sostanzia nel confronto tra le autodichiarazioni prodotte dai richiedenti con le informazioni emergenti dall’analisi degli stati di famiglia, in cui trova indicazione la reale composizione del nucleo familiare.

Gli esiti dei controlli hanno condotto alla rilevazione di 14 circostanze in cui il reddito di cittadinanza era stato ottenuto in maniera irregolare, senza quindi disporre dei requisiti necessari.

Diverse, ed in certi casi particolari, le diverse tipologie riscontrate: in due casi, due soggetti – già segnalati quali evasori totali a seguito di verifiche fiscali eseguite nel 2017 – avevano omesso di indicare nelle proprie autocertificazioni, riferibili, da norma, proprio a quell’anno, i compensi in realtà percepiti. Erano così riusciti ad ottenere un reddito di cittadinanza pari, fino alla data del controllo, rispettivamente a 4.203 euro nel primo caso e 5.913 euro nel secondo.

In un’altra circostanza, un soggetto ha omesso di indicare, nella dichiarazione compilata ai fini dell’istruttoria, che nel proprio nucleo familiare figuravano anche i due anziani genitori, percettori di pensioni di anzianità per oltre 70.000 euro annui complessivi. In questo caso, il contributo illecitamente percepito è stato di 1.662 euro.

Un ulteriore particolare contesto riscontrato ha riguardato due soggetti, i quali, con diverse finalità, hanno modificato la composizione dei propri nuclei familiari: un soggetto, per non superare la soglia di concessione del redito di cittadinanza, non ha indicato nella propria dichiarazione la figlia ed il nipote, entrambi percettori di reddito; viceversa, ha consentito il “prestito”dei suoi congiunti ad un altro richiedente, il quale inserendoli nella propria dichiarazione, ha ottenuto un maggiore coefficiente di calcolo del beneficio.Gli importi complessivamente percepiti in modo illecito, in questa circostanza, ammontano a 3.486 euro.

Altri due soggetti hanno beneficiato del reddito di cittadinanza seppur in assenza di uno dei requisiti previsti: la residenza, negli ultimi due anni precedenti la richiesta del sussidio, nel territorio italiano. Le Fiamme Gialle, accertando la loro iscrizione all’A.I.R.E. (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) nel biennio di interesse, hanno quantificato in complessivi 5.621 euro l’importo indebitamente percepito.

E ancora, uno dei casi di specie più classici: durante un controllo effettuato presso un’impresa edile, rilevata la posizione “in nero” di uno degli operai ivi impiegati, i successivi approfondimenti hanno evidenziato che il soggetto percepiva – congiuntamente ai compensi per il proprio lavoro – il reddito di cittadinanza, per un ammontare complessivo, fino alla data del controllo, di 2.354 euro.

Ma anche un lavoratore “regolare”, impiegato con formale contratto presso un esercizio commerciale, è risultato percettore – senza averne diritto – di un reddito di cittadinanza, complessivamente ammontante a 3.961 euro. Un altro individuo, nonostante fosse intestatario di un’immobile, risultava percepire, indebitamente, un reddito di cittadinanza, quantificato, alla data dell’intervento dei Finanzieri, in 3.669,66 euro.

La non indicazione di componenti il nucleo familiare percettori di un reddito, risulta essere la circostanza più diffusamente riscontrata dai Finanzieri: altri 6 casi della specie hanno evidenziato tale condotta.Sei soggetti hanno infatti omesso di indicare un appartenente al nucleo familiare: chi il figlio, chi il padre, una omissione dichiarativa volta a non superare il limite per accedere al beneficio. Gli importi indebitamente percepiti variavano da 483 a 3.500 euro, per un ammontare complessivo di 12.444 euro.

In tutte queste circostanze sopra rappresentate, per i soggetti indebiti percettori del reddito di cittadinanza è scattata, da un lato, la denuncia alla locale autorità Giudiziaria e, dall’altro, la segnalazione all’Inps ai fini del recupero delle somme ingiustamente percepite.

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