Le dichiarazioni del Comitato Salva Olbia.
“Rispetto al passato – dichiara il coordinatore del Comitato Salva Olbia Flavio Lai – i tempi della politica appaiono fin troppo accelerati. Vale per i successi e gli insuccessi dei partiti, ma anche per la scelta delle soluzioni ai problemi che interessano il nostro vivere quotidiano.
Succede, così, che gli errori nelle scelte si pagano, come avviene, ad esempio, con i ritardi che stanno caratterizzando l’approvazione del piano Mancini. Come noto, tale piano fu scelto dalla Giunta Giovannelli e prevedeva 4 vasche di laminazione”.
“A seguire, la Giunta Nizzi scelse di ubicare 2 vasche, per complessivi 15 ettari , ancor più vicine all’abitato, con, in aggiunta, 12 chilometri di gallerie per portare le acque di piena al Padrongianus. Entrambe le giunte hanno scelto e poi, pervicacemente, seguito la dritta di partito, nonostante i richiami dei comitati spontanei costituitisi in città, i quali, attraverso i social ed i giornali, mediante lettere, post, denunce (anche alla Procura della Repubblica), incontri e interventi giornalistici, hanno, con la stessa pervicacia, cercato di richiamare l’attenzione, sentendosi un po’ come cani che abbaiano alla Luna”.
“Soltanto oggi – continua il coordinatore Lai – a distanza di 6 anni da Cleopatra 2013 e, quindi, dall’inizio delle ostilità, noi del Comitato Salva Olbiaabbiamo la sensazione che qualcosa stia per succedere. Abbiamo abbandonato il Comitato per la Salvaguardia idraulica allorché alcuni dei suoi componenti preferirono cambiare rotta e seguire incondizionatamente il sindaco Nizzi, che pure, insieme, avevamo contribuito a far eleggere”.
Peccato che essi non tengano conto che la soluzione che difendono è di fatto proprio quella deliberata con emendamento Nizzi che prevede le due vasche di laminazione a Mannazzu; è lecito il sospetto che essi si siano sentiti appagati per la nuova localizzazione delle vasche a Mannazzu, anzichè a Putzolu, Santa Mariedda e via Nervi.
Siamo, dunque, noi quelli che da sempre sostengono il loro fermo no a qualsiasi tipo di vasca a confine con l’abitato, ma anche il no all’allargamento anche da 10 a 40 metri dei canali in Città. Le nostre argomentazioni restano immutate.
“Abbiamo avuto l’opportunità di dimostrare, con l’aiuto dei nostri tecnici di riferimento, che far entrare ad Olbia 60 metri cubi al secondo di acqua di piena in meno , con solo opere essenziali in Città, e il risparmio di ben 100 Milioni di Euro (differenza fra soluzione Technital e Studio d’Equipe) non sono cose da poco. Di poco conto non erano neppure i suggerimenti che puntavano a scongiurare, con l’allargamento dei canali, il “saccheggio” della Città, assieme alla possibilità di riqualificare quegli stessi canali e relativi quartieri, sia dal punto di vista ambientale che urbanistico; quartieri e canali che, in tutta sicurezza, ci farebbero scoprire elementi di qualità nascosti”.
“Così come di non poco conto ci sembrava e ci sembra il poter utilizzare ulteriori economie residuali, con riferimento alle occasioni delle piene, per la deviazione occasionale del terminale del Rio Padrongianus, al fine di evitare l’interramento della canaletta portuale. Opportunità che consentirebbero, oltre che agevolare il deflusso delle acque in entrata dai torrenti, compresi quelli che sfociano nella parti più interna del Golfo, l’utilizzo delle due anse di mare del Porto Romano e di Via Redipuglia per uso diportistico” fa sapere il Comitato Salva Olbia.
“Pur di fronte a difficoltà di relazione con le Autorità, a tutti i livelli, non ci siamo fermati né davanti alla soluzione Mancini, ma neppure a quella Technital, ed oggi ci fa davvero piacere che le forze politiche locali riaprano il discorso. Siamo desiderosi e pronti a continuare a contribuire alla scelta della migliore soluzione, indipendentemente dai “campanelli” ultimi: i crolli di Livorno e il fallito collaudo della vasca di Volta Mantovana”.
“E’ per questi motivi che attendiamo prevalga la migliore delle proposte, da qualunque parte provenga; un po’ come dire: rimediamo alla mancanza iniziale del piano strategico, piano mai predisposto per la dichiarata urgenza di attuare progetti che, come nel caso delle vasche di laminazione interne all’abitato, si stanno rivelando marcatamente illogici e pericolosi e che, probabilmente proprio per questo, stentano a trovare la “quadra”, determinando l’accumulo di colpevoli ritardi” conclude il coordinatore del Comitato Salva Olbia Flavio Lai .