Nel giorno cruciale per i dipendenti la protesta di Air Italy arriva al Ministero

La protesta a Roma del 30 giugno.

Il 30 giugno, data del prossimo incontro tra le parti della vertenza Air Italy, si potrebbe decidere la sorte definitiva dei lavoratori. Niente è ancora deciso rispetto il futuro dei lavoratori anche se nell’ultima riunione sono emersi degli spiragli per una proroga della cassa integrazione fino al 31 dicembre.

Ed è proprio per questo che mercoledì i sindacati dell’Associazione Piloti, Cobas del Lavoro Privato e Unione Sindacale di Base, hanno convocato una manifestazione di tutti i lavoratori Air Italy il giorno alle ore 10 a Roma, in via Molise, davanti al Ministero deputato allo Sviluppo Economico.

“I lavoratori sono sospesi tra le richieste di liquidatori senza scrupoli alla ricerca dell’ok sindacale ai licenziamenti e i ritardi di una politica che si è fatta trovare per l’ennesima volta impreparata rispetto agli eventi, pur registrando un ruolo di controllo da parte dei tecnici dei ministeri coinvolti  oltre  che  degli assessorati delle regioni”, commentano i sindacati.

Riteniamo che anche il raggiungimento di un ulteriore ammortizzatore sociale, nostro obiettivo minimo della vertenza, sia insufficiente mancando all’appello il tema centrale: la rioccupazione dei lavoratori nel settore – continuano -. La Cigs ha infatti questo scopo: tutelare il reddito dei lavoratori mentre si cercano e costruiscono delle soluzioni lavorative”.

La preoccupazione dei sindacati è infatti quella che la vertenza venga ridotta al “compitino” di dare all’ultimo minuto disponibile un’altra breve boccata di ossigeno a chi trattiene il respiro da mesi. Manca ancora infatti un piano strategico di settore dove anche le professionalità maturate e tramandate in 58 anni di storia a partire da Alisarda possano trovare la loro ricollocazione, assieme a tutti i lavoratori del settore attualmente senza un futuro certo.

“Chiediamo un vettore nazionale forte e correttamente dimensionato che riassorba anche il personale Air Italy e delle altre realtà in dismissione. Chiediamo che le istituzioni e la politica facciano la loro parte. Questa non è mai stata una vertenza semplice, a partire dal 2011. Oggi, alla soglia del possibile colpo di spugna che cancelli il futuro di 1380 famiglie, è necessario il massimo impegno di tutti”, concludono i sindacati.

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