Dall’asilo alle superiori, la Gallura sotto la media europea. La povertà educativa in cifre

La povertà educativa in Gallura.

Dal Pnrr i fondi per combattere la povertà educativa, fenomeno condizionato dalla carenza, dalla qualità o dal mancato accesso a servizi formativi, scommettendo sull’edilizia scolastica. La situazione della Gallura secondo un insieme di rapporti, che va dagli asili nido, all’università, è caratterizzata dalla scarsa offerta di servizi destinati alla primissima infanzia e un numero troppo basso di diplomati.

Ancora bassa l’offerta degli asili nido.

Secondo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, investire sull’edilizia scolastica è parte della strategia per la lotta alla povertà educativa, per favorire l’accesso alle opportunità formative. La situazione che preoccupa di più, e su cui si sta concentrando il Pnrr, è la carenza degli asili nido, seppur variabile in base alle regioni. In base all’ultima elaborazione dell’Istat i nidi pubblici e privati del nostro Paese sono in grado di accogliere solo il 24% dei bambini. Ancora più drammatica la situazione al Sud e in Sardegna, una problematica che contribuisce all’incremento della povertà educativa, soprattutto, nelle famiglie socio-economicamente più svantaggiate, oltre che sull’occupazione femminile, che nell’Isola è ferma al 47,3%, ovvero di quasi 4 punti sotto la media nazionale.

In Sardegna e Gallura vanno al nido solo 3 bebè su 10. La percentuale dei posti nelle scuole in Sardegna è solo di 29,3 posti ogni 100 bambini, mentre in provincia di Sassari, il dato sale al 31,6%. Questo secondo gli ultimi dati di Istat del 2020. Ciò pone l’Isola molto lontana dagli obiettivi fissati dall’Ue, dove le strutture devono garantire l’accesso almeno a 50 infanti su 100.

Si spende meno nei paesi più piccoli, di più nelle città costiere. Uno studio di Openpolis del 2019, ha rilevato quando le amministrazioni comunali in Gallura investono per i servizi dedicati ai neonati. Una situazione che varia da paese e paese. I dati più bassi, rispetto alla media nazionale di 15,95 euro pro capite, si registrano nelle città più piccole, una tendenza che si riflette anche nel resto d’Italia, dove i maggiori servizi per la fascia 0-3 sono concentrati nelle aree più grandi del Paese. A Buddusò, l’ente investe solo 5.65 euro a persona, sotto la media anche Sant’Antonio, dove si spendono solo 2.64 euro, a Monti con 4.04, Bortigiadas, dove la spesa è di 9.42 a famiglia. I più virtuosi sono Olbia, che arriva fino a 65.41, Arzachena con 46.78 euro. Ma chi investe di più sono Calangianus, con 89.02 euro pro capite e Golfo Aranci, con una cifra di 91.23 euro a testa.

Uno su 3 ha solo la licenza media.

Ancora troppo basso il livello di istruzione in Sardegna e in Gallura. Gli ultimi dati dell’Istat delineano una situazione sconfortante per quanto riguarda il numero dei laureati e diplomati, il più basso in Italia. In provincia di Sassari uno su 3 ha al massimo la licenza media. Secondo i dati Openpolis del 2019, a Olbia più della metà della popolazione ha abbandonato gli studi: si tratta del 53,6% degli abitanti, contro il 46,4% con diploma o laurea. Ma la città più grande della Gallura non è quella dove la popolazione è meno istruita nel territorio. Ad Arzachena il numero di chi non ha concluso tutto il ciclo di studi superiore è il 56,3% della popolazione.

Il numero più alto di chi possiede una bassa qualifica si concentra soprattutto nei comuni più piccoli, con minori prospettive occupazionali, e in quelli più distanti dalle scuole superiori, le quali sono concentrate nei centri più grandi. A influire sull’istruzione potrebbero essere anche la qualità dei collegamenti e l’età della popolazione. Si tratta di Sant’Antonio di Gallura, dove addirittura il 71,3% dei residenti ha al massimo la licenza media, Padru, con il 72,9% (sono tra i paesi con le più alte percentuali nell’Isola), Monti con il 66,8%, Luras con 65,4% dei residenti. Anche Tempio fa peggio di Olbia, con il 55,8% degli abitanti con una basso livello di istruzione e Calangianus, dove la percentuale sale al 58,6%.

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