I sindaci della Gallura chiedono di iniziare da subito con la riapertura

Tempio

La lettera dei sindaci al presidente della Regione Solinas.

I sindaci della Gallura e del Monte Acuto chiedono un’immediata e graduale riapertura delle attività produttive e turistiche. E’ questo il contenuto della lettera indirizzata al presidente della Regione Sardegna Solinas da parte dei sindaci di Olbia, Tempio Pausania, La Maddalena, Padru,Buddusò, Aglientu, San Teodoro, Palau, Trinità d’Agultu e Vignola, Badesi, Golfo Aranci, Luogosanto, Berchidda, Sant’Antonio di Gallura, Calangianus, Alà dei Sardi, Telti, Luras, Monti, Aggius, Oschiri, Budoni e dal Sub commissario della zona omogenea di Olbia Tempio Pietro Carzedda.

“La Sardegna, negli ultimi giorni, rileva segnali incoraggianti a conferma che la linea adottata per far fronte coronavirus è stata efficace – scrivono i sindaci – . Oggi è ancora necessario assicurare il distanziamento sociale, ma allo stato di emergenza sanitario si è aggiunto quello sociale ed economico, così come evidenziato dall’ultima relazione Aspal, con un drastico aumento dei disoccupati. L’azione  del  Governo  deve  rispondere  alle  specificità  dei  territori,  soprattutto  quelli  insulari  a  forte vocazione turistica come il nostro. Così come sostiene la comunità scientifica, la Sardegna ha caratteristiche tali per le quali si può pensare di entrare fin da adesso nella cosiddetta Fase 2″.

I sindaci della Gallura e del Monte Acuto chiedono che “questa fase si attui quanto prima con graduali  riaperture  delle  attività,  con  regole  chiare e fatti  salvi  gli  obblighi di protezione  sanitaria già ampiamente sperimentati e utilizzati, nonché le ulteriori norme comportamentali che la Regione vorrà dettare. In tale prospettiva, chiediamo, previa valutazione sulle singole problematiche legate alle attività economiche, l’immediata e graduale apertura al lavoro delle attività economiche e turistiche”.

Una richiesta, quella fatta dai sindaci per “scongiurare il disastro socio-economico che minaccia la nostra isola, considerando che il territorio della Gallura-Monte Acuto, motore fondamentale dell’economia sarda, registra un tragico impatto sul mercato del lavoro”.

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