Studentessa di Olbia bloccata a Lisbona per il coronavirus: “È stato come un incubo”

La studentessa di Olbia era in Erasmus a Lisbona.

Stefania L., una dei 39 studenti che dalla Spagna, è sbarcata nelle coste sarde con la compagnia di navigazione GNV attraccata oggi a Porto Torres. La giovane studentessa di Olbia che frequenta il quinto anno della facoltà di Giurisprudenza a Sassari, si trovava in Erasmus in Portogallo, nella città di Lisbona, da settembre scorso, per compiere il suo percorso di studi all’estero della durata di 9 mesi.

Rientrati gli studenti di Sassari in Erasmus rimasti bloccati in Spagna

Stefania, insieme agli altri studenti dell’Università di Sassari in Erasmus, ha deciso di rientrare in patria dopo la constatazione dell’aggravarsi della situazione. ”Le autorità portoghesi non prendevano nessun provvedimento e misure cautelari per gestire l’emergenza, gli aerei e tutti i mezzi di trasporto continuavano a viaggiare e i contagi salivano man mano sempre di più – racconta Stefania -. L’Università a Lisbona ha deciso di chiudere e ha lasciato noi studenti Erasmus completamente soli senza alcun supporto ”.

L’Ufficio Relazioni Internazionali dell’Università di Sassari ha aiutato gli studenti ad organizzare il viaggio di rientro in patria sostenendo e rassicurando i ragazzi, spaesati e lontani da casa, fornendo loro l’autorizzazione da parte della Regione Sardegna.

”Appena ho appreso la notizia che il governo portoghese aveva intenzione di chiudere le frontiere impedendo gli spostamenti, ho prenotato il primo volo per Barcellona disponibile dalla quale il mattino successivo sono riuscita ad imbarcarmi per arrivare a Porto Torres”.

Sia a Barcellona che a Porto Torres ai ragazzi è stata misurata la temperatura corporea e una volta arrivati in terra sarda dovranno stare in isolamento per 15 giorni lontano da amici e parenti.

”È stata la fine di un incubo – racconta Stefania – eravamo soli senza supporto, le nostre famiglie lontane e preoccupate perché non sapevamo ne come ne quando saremo riusciti a tornare a casa e se nei Paesi ospitanti avremmo potuto ricevere cure e assistenza”.

”Non smetterò mai di ringraziare l’Università di Sassari per il supporto che ci ha dato, siamo rimasti sempre in stretto contatto ad ogni passo verso il rientro a casa”, conclude Stefania già in quarantena nella propria abitazione.

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