Superbonus e crediti incagliati: in Gallura migliaia di posti di lavoro a rischio

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Superbonus e le migliaia di aziende a rischio in Gallura.

 In Gallura, assieme al Sassarese, sono un migliaio di posti di lavoro a rischio a causa dei crediti incagliati per i bonus edilizi del Superbonus. A dare l’allarme Confartigianato Imprese Sardegna, la quale fa sapere che sono 1.010 i posti di lavoro a rischio, il numero più alto nell’Isola. Il territorio è, infatti, il più colpito dalla crisi.

Sui crediti incagliati del superbonus la Sardegna si gioca almeno 3.100 posti di lavoro diretti, di cui 2.850 nelle MPI artigiane delle costruzioni. Ssettore, quest’ultimo, che subirebbe una contrazione del 9,1% degli addetti. Ma il conteggio totale delle posizioni che rischiano di dover fare i conti nei prossimi giorni con la cassa integrazione e la perdita del lavoro, arriva a toccare le 7mila unità tra diretti e imprese collegate.

“Sui bonus edilizi ci giochiamo occupazione e futuro se non cambierà il decreto del Governo che ha
gettato nell’incertezza migliaia di imprese – affermano la presidente regionale, Maria Amelia Lai, e con il presidente degli Edili, Giacomo Meloni –. Per questo bisogna trovare soluzioni urgenti alla situazione delle aziende con i crediti che, giorno dopo giorno, da incagliati stanno diventando senza valore e quindi inesigibili”.

Confartigianato Sardegna ricorda anche come nelle piccole e medie imprese nelle costruzioni, settore che ha registrato un aumento della produttività del 5,8%, ritmo doppio del 2,6% del totale economia, sia
impiegato l’87,2% degli addetti, Inoltre, quello delle costruzioni è il comparto che nel 2022 ha assorbito l’85,5% delle posizioni lavorative create.

I dati dimostrano che il blocco dei crediti si riverserà sull’economia locale, che faticherà non poco a reggere uno stop così improvviso. “Non è ammissibile penalizzare le imprese che hanno la sola colpa di aver utilizzato la legge, realizzato gli interventi minuziosamente previsti dalla normativa, applicato i prezzari regionali, sopportato gli enormi oneri burocratici – proseguono Lai e Meloni –. Senza contare l’aver affrontato le 224 modifiche, una ogni 16 giorni. Auspichiamo che le forze sociali e gli enti locali affianchino le associazioni di categoria nelle azioni di pressione nei confronti del Governo affinché si superi il blocco e siano individuate soluzioni compatibili con la realtà economica delle imprese e con le difficoltà che stanno vivendo le famiglie”.

Le conseguenze sono che gli “incagliati” che non rientrano nelle casse, cominciano a creare seri problemi di liquidità alle imprese. Così le aziende devono per forza rivolgersi alle banche per avere i necessari finanziamenti. Proprio su questi, in base all’elaborazione dell’Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia di giugno 2022, l’associazione artigiana sarda ricorda come gli Istituti applichino al sistema delle costruzioni isolane un tasso (TAE tasso annuo effettivo) corrispondente al 5,26%. Il più alto della media del Mezzogiorno (5,05%) e con un gap di 30 punti rispetto al tasso applicato al totale delle imprese.

Secondo la Confederazione è necessario aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio. Ciò anche attraverso l’individuazione di un acquirente pubblico di ultima istanza particolarmente necessario per i crediti di minore importo. Va anche ampliato l’arco temporale di utilizzo dei crediti in compensazione. In assenza della necessaria capienza fiscale, le imprese che hanno nei cassetti fiscali i crediti perdono infatti una parte del credito loro spettante.

Gli artigiani sollecitano anche il rinvio della data, fissata al 17 febbraio 2023, entro la quale è necessario aver presentato la CILA per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito. Per il limitato valore dei lavori di edilizia libera non assistiti da CILA, Confartigianato chiede che sia consentito di autocertificare, da parte del contribuente, la data di avvio di tali lavori.

Secondo la Confederazione, l’obiettivo della transizione green degli edifici non potrà essere raggiunto se, insieme con un sistema di agevolazioni sotto forma di detrazioni fiscali, non verrà mantenuta la possibilità della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per alcune fattispecie. In particolare i soggetti con redditi bassi e privilegiando gli interventi su immobili con una classe energetica molto bassa e la ricostruzione degli immobili danneggiati da eventi sismici per i quali la detrazione del 110% è ammessa sino al 2025.

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