Nonostante il calo non si registrano criticità.
Sei milioni di metri cubi in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma nulla di preoccupante sul fronte delle riserve idriche del bacino del Liscia. L’invaso infatti è all’81,25% della sua capienza con ben 84,5 milioni di metri cubi disponibili per dare pieno sostentamento alle aziende agricole che gravitano attorno al consorzio di bonifica della Gallura (l’anno scorso al 31 luglio era all’84%).
“Sono stati giorni che hanno messo a dura prova le coltivazioni del territorio di pertinenza del nostro consorzio, per via delle temperature sopra la media – spiega Marco Marrone, presidente del Consorzio di Bonifica della Gallura -, le risorse di cui disponiamo ci permettono però di far fronte alla notevole richiesta di acqua necessaria a soddisfare una vera e propria emergenza meteorologica. I nostri impianti, monitorati costantemente dal nostro personale, lavorano a pieno regime per garantire il corretto funzionamento della distribuzione”.
Consumi nella norma, che riflettono le percentuali dei due anni precedenti grazie ad “un corretto utilizzo ed il contenimento dei consumi, priorità gestionali di questo Ente – spiega il direttore del Consorzio Giosuè Brundu -. Ed infatti anche in quei comparti in cui gli usi della risorsa sono solamente di soccorso si sta operando un attento controllo a garanzia di una comune e corretta fruibilità da parte dei nostri utenti come ad esempio avviene nel distretto di San Giovanni e San Giacomo. In un recente incontro avvenuto ad Arzachena il Consorzio ha elaborato delle azioni concrete che garantendo il corretto utilizzo dell’acqua vanno incontro alle esigenze avanzate da una delegazione di utenti,”.
“Le quantità d’acqua incamerate durante l’inverno e nella primavera garantiscono una stagione irrigua tranquilla – commenta ancora Marrone -, e i progetti in campo per quella che sarà una grande opera di efficientamento dei consumi, una volta realizzati, garantiranno al territorio dalle grandi potenzialità agricole, un utilizzo delle risorse misurato e in chiave sempre più green”.
Il riferimento è al progetto per la realizzazione di un nuovo invaso con l’interconnessione di tutti i sistemi di produzione dei reflui che potrà permettere il recupero anche di quell’acqua che finisce in mare.
Opere già progettate che potrebbero trovare la chiave di volta nel Recovery plan agricolo”.