La denuncia di un locale di Olbia contro il degrado.
Anche il centro di Olbia, come a Sassari, è in balìa di situazioni di degrado e delinquenza. Nel capoluogo del Nord Sardegna diversi residenti hanno organizzato una fiaccolata di protesta dopo la sparatoria avvenuta nel quartiere San Donato.
A Olbia succede che un locale è costretto a chiudere per protesta contro lo stesso destino riservato anche al centro storico della città gallurese. Finita l’estate, infatti, via Regina Elena si svuota, rendendo la vita più facile a spacciatori e altre situazioni illecite. Qui si trova il locale Beer Julep, che sui social ha comunicato a malincuore di essere stato costretto a chiudere i battenti.
“Perché? Perché non crediamo in ciò che facciamo? Perché é finita la stagione? – si lamentano – .No, chiudiamo per protesta. Perché sentiamo che é il momento di dare voce ad una situazione impossibile da sostenere.Il cuore di ogni città sono le piazze e i locali, i bar e i ristoranti che, oltre a fornire un servizio, aiutano ogni comunità a restare unita, a condividere e a crescere. Ma questo ad Olbia non succede da tempo. In centro, ormai, le persone non vengono più perché hanno paura. Perché la piazza, da tempo, é diventato il luogo in cui si svologono attività illecite, dove regnano il caos e degrado”.
Da tempo il comitato di quartiere e qualche voce politica si è alzata contro una situazione che non vede tregua nemmeno in estate, ma che in inverno diventa insostenibile perché il turismo se ne va e le strade restano vuote. Il locale di Olbia, come tanti, si lamentano di una situazione che non viene risolta, nonostante le diverse proteste.
”Proprio perché noi non vogliamo lasciarla morire – spiegano – abbiamo scelto di parlare, di protestare e di rinunciare ai nostri profitti, pur di lanciare un segnale. Perché qualcuno dovrà pur farlo senza aspettare, purtroppo, che chi di dovere lo faccia. E siamo stufi di chiedere un aiuto che, alla fine, non é mai arrivato.Se anche tu hai a cuore la tua città, condividi questo messaggio. Perché non possiamo aspettare che gli altri inizino a risolvere le cose. Dobbiamo essere noi in prima linea a difendere le nostre attività, le nostre piazze e la nostra città”.