Co.Mark: I formaggi isolani conquistano Usa e Giappone

Il comparto allevamenti si conferma la carta vincente dell’agroalimentare dell’Isola: lo dimostra ampiamente l’aumento delle esportazioni di settore, rappresentate per il 72% dai formaggi di pasta dura e semidura.

In primo piano il Pecorino Romano grazie soprattutto alle richieste del mercato USA, che da solo rappresenterebbe quasi il 60% della produzione regionale, ma a contribuire al successo dell’export dei formaggi Made in Sardinia sarebbero anche nuovi player, tra questi il Giappone.

Un traguardo che contribuisce al raggiungimento del record di 50 miliardi di euro previsto entro fine anno per le esportazioni agroalimentari italiane, che nel primo trimestre del 2021 hanno fatto registrare una crescita pari all’11,2% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Secondo le analisi di Coldiretti elaborate sulla base dei dati Istat è stato proprio l’agroalimentare a trainare la produzione italiana: tra i principali clienti del Made in Italy a tavola si inseriscono gli Stati Uniti con un incremento della domanda del 18,4%, confermandosi ai primi posti della top ten dei mercati di riferimento per l’export dei prodotti alimentari isolani.

Un trend in crescita che riguarda soprattutto le esportazioni del food, con variazioni tendenziali positive confermate da numerose recensioni di settore.

I dati dell’ultimo biennio sull’export made in Italy negli USA riportati da Co.Mark, azienda specializzata nei servizi di Temporary Management e nell’export, collocano l’agrifood al sesto posto nella classifica dei prodotti più esportati, con una quota di 2,16 miliardi.

I numeri della recensione fanno riferimento alle indagini condotte dall’Agenzia ICE sulla base delle fonti Istat e attestano l’opinione positiva espressa più volte da Comark sulle numerose opportunità offerte all’export italiano dal mercato americano.

Il quadro descritto sembra essere soltanto l’incipit di una crescita delle esportazioni verso l’America, che Comark ha definito nei suoi commenti come un mercato trainante per l’agroalimentare italiano, opinione ribadita anche nelle periodiche recensioni in cui l’azienda sottolinea l’importanza della valorizzazione delle eccellenze locali per aumentare la competitività rispetto ai player internazionali.

Per avere successo nei mercati target è fondamentale, stando ai commenti dell’azienda, trasferire l’idea di qualità dei prodotti e garantire la bontà della filiera, ma soprattutto contestualizzare l’offerta rispetto al mercato target. L’opinione di Comark è utile per capire i dati ufficiali riguardanti la nuova evoluzione delle esportazioni e più in particolare quelle dei prodotti lattiero-caseari della Sardegna: secondo le recensione di Confartigianato Sardegna, le vendite del settore ammontavano al 92% già due anni fa, mentre soltanto il 5% riguardava  prodotti da forno, il restante si suddivideva tra pesci e crostacei.

Un quadro che mostrava già un valore complessivo pari al 70% delle vendite dei prodotti lattiero caseari di tutto il mondo, con un ricavo derivante dall’export pari a 62 milioni di euro negli ultimi dodici mesi dell’anno. L’Italia si classificava in decima posizione per le esportazioni dei beni alimentari verso il mercato americano, pur con il rallentamento delle vendite imposto dai dazi americani.

Sebbene l’inizio di quest’anno abbia fatto registrare un calo del 2% nell’export made in Italy, l’accordo tra USA e UE ha aperto nuove prospettive che fanno ben sperare per il prossimo futuro.

Puntare su innovazione, qualità e formazione rimane la strategia ideale per aprirsi ai nuovi mercati, una possibilità che si prospetta interessante in particolare per la Sardegna, dove le piccole e medie imprese del settore agroalimentare iniziano ad affacciarsi ai nuovi mercati, forti del valore del prodotto locale e di una maggiore competitività.

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