Le cooperative della Gallura a confronto su crisi e sanità

Il congresso delle cooperative della Gallura.

Saranno presto chiamate a confrontarsi sui principali temi caldi dell’economia e dell’emergenza sanitaria le cooperative della Sardegna, che si riconoscono nella centrale libera e laica di Agci. L’associazione generale delle cooperative italiane ha, infatti, avviato la stagione congressuale che la porterà entro l’anno a rinnovare tutti i suoi organi, da quelli territoriali sino al livello nazionale.

Anche i cooperatori della Sardegna Nordest a breve, ad inizio ottobre, si ritroveranno in presenza e in sicurezza, in stretta osservanza delle norme. Lo comunica il presidente di Agci Gallura, Michele Fiori, che a seguito dei vari livelli di autorizzazione nazionale e regionale è stato ben lieto di avviare il percorso verso l’importante V assise congressuale delle cooperative della ex provincia Olbia Tempio e non solo.

Fiori e i colleghi del direttivo provinciale (Piero Diana, Rosina Niola, Antonio Noli, affiancati dal direttore Filippo Sanna), intendono proporre agli associati, agli ospiti e alle autorità, un intenso programma congressuale sui principali temi che caratterizzano l’attuale contesto socioeconomico: digitalizzazione delle imprese, nuove forme di tutela e rappresentanza, strumenti per il fabbisogno finanziario, mercato degli appalti, lotta al dumping contrattuale, sanità integrativa, solo per dirne alcuni.

All’assemblea parteciperanno i vertici nazionali della Agci, Centrale che con Confcooperative e Legacoop, già dal 2011 ha dato vita all’Alleanza delle cooperative Italiane, il coordinamento nazionale costituito dalle Associazioni più rappresentative della cooperazione italiana. Le circa 60 cooperative associate da AGCI in Gallura e dintorni (su un totale di circa 200 ex provincia di Olbia Tempio, secondo i dati della Camera di commercio 2018), presenti nei più svariati settori (servizi alla persona, terziario, pesca e molluschicoltura, trasporti, edilizia e agricoltura) sviluppano un fatturato aggregato di circa 35 milioni di euro e costituiscono stabile occupazione per circa 2700 lavoratori fra soci e non soci.

Durante i lavori della assemblea congressuale saranno loro, tramite la dirigenza che esprimono, a dare voce ad un mondo in parte poco conosciuto, che in questi anni – prima per la lunga crisi, poi per l’emergenza sanitaria – ha pagato a caro prezzo la propria caratteristica anticiclica di saper affrontare le difficoltà senza mai venir meno alla capacità di creare lavoro ed erogare servizi comunque di qualità secondo il più autentico spirito sussidiario, tipico della buona cooperazione.

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