Vendite crollate, a rischio anche la vendemmia nelle cantine della Gallura orfane del Vinitaly

La situazione delle cantine vinicole.

L’emergenza coronavirus mette a dura prova il comparto vitivinicolo e provoca la crisi delle oltre 100 cantine sarde. In tutti i vigneti i lavori non si sono fermati durante l’emergenza. La maggior parte delle cantine sarde lavora principalmente con i servizi di ristorazione e la loro chiusura ha provocato una contrazione del fatturato fino al 95%. Nella Cantina Tondini di Calangianus si è fermato il processo di imbottigliamento e questo genera dubbi sulla futura vendemmia, poiché “sarà difficile immagazzinare la nuova uva”.

Dalle cantine della Gallura il vino arriva a domicilio durante la quarantena

Proprio nella giornata in cui sarebbe terminato Vinitaly dalla cantina calangianese spiegano come la grande vetrina sia una manifestazione importantissima se svolta nei primi mesi dell’anno. “Svolgerla a giugno, come si era prospettato prima dall’annullamento sarebbe stato molto problematico: molti operatori turistici avrebbero probabilmente rinunciato alla fiera per non chiudere per diversi giorni nei pochi mesi di probabile apertura”, aggiungono.

I lavori in vigna continuano anche nelle Tenute Olbiòs di Olbia. “Un’azienda strutturata come la nostra è riuscita a sostenere due mesi di chiusura, ammortizzati anche dall’e-commerce che già praticavamo da un po’ e abbiamo potenziato in questo periodo di emergenza – spiegano -. Questo è il momento di aiutarci tra noi, per questo, ad esempio, stiamo facendo stampare le etichette in Sardegna e scegliendo di collaborare con aziende locali.” Infine l’appello alla Regione, affinchè “inizi anche a proporre delle soluzioni per la crisi anzi che subirle“.

Alessandro Mancini delle Cantine Piero Mancini è anche il referente Coldiretti per la Sardegna per il comparto vino. “L’anno scorso le vendemmie in Sardegna sono state carenti. Nella difficoltà del momento, questa sembra quasi un fortuna, poiché la maggior parte delle aziende non hanno grosse giacenze da smaltire. Delle oltre 100 aziende vinicole della Sardegna – continua Mancini – solo 30 o 40 sono grandi e strutturate, la maggioranza sono aziende a conduzione familiare che avranno grosse difficoltà a reggere questa situazione a lungo”. Si dice comunque preoccupato per la vendemmia 2020, soprattutto delle aziende più piccole: “Alcuni stanno pensando a una vendemmia verde a luglio, per lasciare i grappoli a terra e eventualmente cederli alle distillerie”.

“Per quanto riguarda la nostra azienda – specifica Mancini – lavoriamo anche sul canale della grande distribuzione, per cui, per quanto ridotto, continuiamo ad avere un mercato di riferimento. Tuttavia anche nella grande distribuzione oggi si stanno privilegiando vini di fascia economica bassa, dove quasi non si trovano vini sardi, collocati generalmente in una fascia più elevata”.

Sul Vinitaly, concorda con l’annullamento: “Si tratta di una vetrina internazionale dove si prendono contatti con i clienti, specie le strutture di ristorazione. Farlo a giugno, come si era prospettato, significherebbe farlo quando gli accordi sono già stati chiusi. Sicuramente rimane comunque un’opportunità persa“.

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