Il segreto che c’è dietro un occhiale, Ponsanu quando fare l’ottico è un’arte

Il negozio di Ponsanu a Olbia.

Cosa c’è di speciale in un negozio cittadino? Cosa c’è dietro le porte di un’attività storica? Tra grandi catene o centri commerciali che portano spesso all’anonimato i punti vendita, ci sono persone custodiscono un sapere di altri tempi e non solo.

“Se la gente sapesse tutto il lavoro che c’è dietro un occhiale…”, dice Gianni Ponsanu, storico titolare dell’ottico di Corso Umberto a Olbia. “Essere commerciante è un’arte, perchè non ci si concentra solo sulla vendita del prodotto. Un cliente può acquistare ovunque, anche con un click. Io, invece, posso raccontare quello che il cliente sta comprando. Qualità e professionalità sono essenziali per costruire un rapporto di fiducia con chi sceglie di entrare nel mio negozio”, dice Ponsanu.

E questo rapporto di fiducia è stato costruito partendo dal nulla. Quando Ponsanu ha aperto il suo negozio a Olbia non lo conoscevano in molti. Ponsanu, infatti, è figlio di due culture: il padre è sardo, ma la madre è di Tricarico, un paesino della Lucania. Ha trascorso l’infanzia fuori dalla Sardegna, tornando qualche volta in vacanza. Anche le prime esperienze di lavoro sono state “in continente”.

Poi la scelta di fare di Olbia la sua casa. “È una città che accoglie tutti – racconta -. Anche mia moglie Mariangela, che non conosceva la Sardegna, perchè è nata a Parigi e lavorava a Roma, ne è rimasta molto colpita. È bastato il tempo di un caffè perchè lei si innamorasse della città”.

Non mancano gli aneddoti. Come il primo giorno di apertura del negozio. “Mi ricordo anche quel giorno – continua Ponsanu -. Dopo una bellissima inaugurazione con amici e parenti, in tutta la giornata non è entrato nessuno e mio padre, venuto ad aiutarmi, cercava di darmi conforto”.

Poi è arrivato il primo cliente, annoverato prosaicamente come il signor Antonio. Ponsanu non può che ricordarlo con affetto e i suoi nipoti, dopo trent’anni, vanno ancora da lui per cambiare gli occhiali. “Quando mi sono avvicinato a questo mestiere ho iniziato lavando i pavimenti. Dopo ho fatto esperienza in diverse città come a Roma e a Bari. All’inizio si tagliavano le lenti con il diamante, si usavano le pinze e tornavo a casa con il maglione pieno di schegge di vetro”.

Nel corso del tempo il suo lavoro è cambiato molto. “Prima era tutto manuale. Il disegno delle lenti ad esempio, oppure il taglio del vetro che si faceva con una punta di diamante. Ma io sono sempre stato un appassionato di tecnologia. Quando ho aperto il mio negozio ho optato per un’attrezzatura all’avanguardia, la migliore disponibile. Questo mi permette ancora oggi di offrire il meglio ai miei clienti“, spiega.

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