Prestiti personali: aumentano le richieste per la cessione del quinto

L’andamento delle richieste per i prestiti personali.

Per prestito personale si intende un finanziamento senza obbligo di destinazione. Ciò significa che il denaro può essere usato per ciò che si vuole e la spesa non è vincolata all’acquisto di un determinato servizio o bene. La cessione del quinto rientra tra i prestiti personali e, se si posseggono i requisiti, non è difficile da ottenere.

Le domande di prestiti sono aumentate in questi anni. In base a quanto rilevato dalla Banca d’Italia, il primo semestre del 2020 ha visto un incremento delle richieste dell’1,6% e un aumento del 2,3% solo relativamente al mese di giugno. Particolarmente forte la crescita della richiesta per la cessione del quinto, che registra un andamento positivo nel 2020: nel terzo trimestre, è aumentata del 10,2% rispetto al medesimo periodo del 2019. L’importo medio richiesto si è abbassato: 19.464 euro, -6% guardando al terzo trimestre 2019.

L’età media di chi ha presentato domanda è 45 anni e il 23,9% erano donne. Guardando alla motivazione che ha spinto i richiedenti, aumentano le domande dovute alla volontà di comprare auto usate (21,3%, +4,1%). Scendono invece le richieste per ristrutturare la casa e per l’arredamento. Gli importi vedono una media di 13.201 euro e, sempre mediamente, la durata dei piani di ammortamento è di 63 rate (5 anni e poco più).

Ecco cos’è la cessione del quinto

Si tratta di un tipo di prestito personale previsto dalla normativa italiana. Il finanziamento si estingue cedendo delle quote di salario o stipendio fino a un quinto di esso, al netto delle ritenute. La sua introduzione risale al secondo dopoguerra (D.P.R. 5 gennaio 1950 n. 180 e relativo regolamento attuativo, D.P.R. 28 luglio 1950, n. 895). Per avere informazioni dettagliate in merito, è possibile visitare il portale di Cessionedelquintofacile (https://www.cessionedelquintofacile.com/) dove trovare recensioni e guide che spiegano le caratteristiche di questa tipologia di finanziamento.

L’importo massimo della rata non può superare il 20% dello stipendio mensile netto continuativo. La durata del finanziamento non va oltre i 120 mesi e di solito non scende sotto i 24, comunque non si può andare oltre la fine del rapporto di lavoro e il pensionamento. I dipendenti pubblici, però, possono decidere se spegnere il debito o trasferirlo sulla pensione. Riguardo specificamente i pensionati, la scadenza non può andare oltre i 90 anni di età e, di fatto, le compagnie assicurative spesso trattano prodotti che prevedono il limite di 85 anni. Va detto, però, di contro, che ci sono gruppi bancari che alzano l’asticella ai 95 anni, grazie al fondo previdenziale INPDAP.

Assicurazione e ruolo del datore di lavoro

In base alla legge, sottoscrivendo un contratto per la cessione del quinto, si deve anche stipulare un’assicurazione su rischi vita e impiego. In merito al rischio impiego, l’assicurazione, pur intervenendo, può rivalersi sul debitore in base al TFR maturato fino a quel momento. Se si tratta di un “rischio vita”, l’assicurazione agisce ma non si rifà sugli eredi.

La caratteristica specifica della cessione del quinto è che si tratta di un finanziamento rimborsato con trattenuta della rata in busta paga. Il fatto che le rate siano legate a stipendio o pensione è proprio ciò che rende questo prestito, se si è in possesso dei requisiti, non così difficile da ottenere, in quanto la banca “può contare” sull’importo mensile del sottoscrivente. Il ruolo del datore di lavoro è fondamentale: il suo coinvolgimento è condizione importantissima per l’erogazione del finanziamento e sarà lui o lei a versare effettivamente la rata, trattenendone l’importo dalla busta paga.

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