Il coordinamento gallurese per la Pratobello sul fuoco al presidio contro Terna

Fiamme al presidenti contro Terna, interviene il coordinamento gallurese per la Pratobello

Nelle campagne di Selargius a fuoco un presidio contro l’opera di Terna, interviene il Coordinamento gallurese per la Pratobello. “Ignoti hanno appiccato il fuoco alla “Barracca de Su Padru”, in agro di Selargius, simbolo, non solo fisico, della tenace resistenza che la cittadinanza attiva sta opponendo alla costruzione della nuova centrale di Terna e agli espropri coatti che ne sono conseguiti”. Così scrivono dal Coordinamento Gallura contro la speculazione eolica e fotovoltaica. “Denunciamo compattamente e con la massima determinazione questo atto vile ed intimidatorio, attuato nell’ombra col solo scopo di allontanare da quelle terre coloro che, legittimamente, ne rivendicano la proprietà e l’uso”.

“Chiunque sia il mandante o l’autore, il messaggio ci appare chiaro: “la vostra ostinazione ci ha fatto perdere la pazienza. O sloggiate oppure si parte con le maniere forti”.
Ma ci appare anche chiara la strada da perseguire. Al cospetto dell’intimidazione, non batteremo in ritirata per paura; al cospetto della brutalità, non cadremo nel subdolo tranello della provocazione violenta. Interroghiamo, con la massima urgenza, le pubbliche autorità su quanto accaduto, quelle stesse autorità che hanno militarizzato il territorio contro cittadini inermi, e le richiamiamo a quella stessa solerzia avuta in difesa di Terna, pretendendo che luce venga fatta”.

“Lanciamo, inoltre, un appello a tutti i Prefetti della Sardegna, al fine di mantenere il conflitto in atto tra cittadinanza e speculazione energetica dentro la cornice della giustizia, dell’incolumità di cose e persone, della libertà di dissenso, di espressione e di critica.
Ci auguriamo che il nostro appello non risulti vano e che le autorità statali si assumano, finalmente, la responsabilità di attuare tutto quanto in loro potere per evitare che la Sardegna diventi una polveriera pronta ad esplodere di malcontento, un malcontento causato da un’ invasione a cui i sardi hanno espresso, e continueranno a farlo, un secco rifiuto con modalità e soluzioni sempre democratiche”.

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