Coordinamento Gallura chiede ai Comuni di opporsi alla speculazione
Il Coordinamento Gallura contro la speculazione eolica e fotovoltaica si rivolge a tutti i Comuni: sindaci, Giunte e ai Consigli comunali. “Lo fa in merito alla richiesta pervenuta dall’Assessorato Regionale riguardo al “processo partecipativo per la definizione delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili”. Questo processo mira alla stesura di un Disegno di Legge sulla Transizione Energetica. Il Coordinamento esprime preoccupazione per le modalità e i tempi ristretti imposti per tale decisione, che non consentono un’adeguata valutazione di un tema così complesso e delicato”.
“Le Amministrazioni locali sono chiamate, entro il 12 settembre, a compilare un questionario che potrebbe influenzare in modo permanente il futuro delle nostre comunità, senza una vera consultazione pubblica o un’analisi approfondita delle conseguenze. “Si tratta di un finto coinvolgimento delle amministrazioni locali, che possono solo aderire alla devastazione o dichiarare la loro opposizione”, precisano gli esponenti del Coordinamento Gallura”.
“È fondamentale sottolineare come la comunità abbia già espresso la sua contrarietà a considerare la Sardegna come una “area idonea” per lo sfruttamento intensivo delle risorse rinnovabili, come sancito dalla Proposta di Legge di iniziativa popolare Pratobello 24. Tale posizione è ulteriormente rafforzata dalle dichiarazioni del Presidente dell’ente antiriciclaggio della Banca d’Italia, Enzo Serata, che nel rapporto del 2023 ha evidenziato i rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore delle energie rinnovabili”.
Le aree idonee
“Le “aree idonee”, indicate come “Zone di accelerazione”, rischiano di diventare strumenti di una trasformazione irreversibile del nostro territorio, a causa della dimensione industriale sproporzionata degli impianti proposti. Questo potrebbe esporre le nostre comunità a pericoli ambientali e sanitari, con un potenziale coinvolgimento di società dalla dubbia legittimità. Inoltre, l’articolo 20, comma 7 del D.Lgs 199/2021 evidenzia che le aree non inserite tra quelle idonee non possono essere automaticamente escluse dall’installazione di impianti. Questo significa che la partecipazione delle Amministrazioni locali non offre alcuna reale possibilità di proteggere il territorio, ma serve solo a legittimare un processo già avviato e difficilmente reversibile”.
“Alla luce di queste considerazioni, il Coordinamento Gallura chiede alle Amministrazioni comunali di prendere una posizione chiara: collaborare alla devastazione del territorio o impegnarsi per la sua tutela integrale, ritenendo che la popolazione meriti una rappresentanza che agisca in difesa dei suoi interessi e che sia determinata a opporsi alle speculazioni in corso. Invita dunque il Comune ad adottare la delibera allegata, come forte segnale di autonomia e autodeterminazione.
Il Coordinamento Gallura invita le Amministrazioni comunali a prendere una posizione netta a difesa del territorio e della comunità, facendo sentire la propria voce contro la devastazione ambientale e lo sfruttamento indiscriminato. L’invito è chiaro: “È il momento di agire per proteggere il nostro patrimonio paesaggistico e culturale, a beneficio delle generazioni future”.