In tv il dramma della donna colpita con la fiocina a Golfo Aranci

Foto: Store Italiane (RaiPlay)

A Storie Italiane, Petronela Codreanu, ferita dal vicino a Golfo Aranci.

Ha perso totalmente la vista all’occhio destro Petronela Codreanu dopo che il vicino a Golfo Aranci le ha sparato al volto con una fiocina davanti ai suoi figli. Ad un anno e mezzo dalla terribile aggressione, avvenuta in un condominio, la donna ha raccontato in diretta a Storie Italiane su Rai1 la sua disperazione.

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“Mio figlio di 10 anni non aveva il coraggio di uscire di casa, dovevo accompagnarlo fino giù perché l’ha minacciato tante volte e ha fatto tante tante cose brutte”, ha spiegato la vittima. “Quel giorno stavo chiamando i pompieri perché sentivo odore di gas, mentre mio marito ha aperto la porta per andare a vedere, ho alzato la testa e lui mi ha sparato. Mio marito mi ha soccorso, io non volevo morire, voglio vivere per i miei figli, e mi ha portato giù fino a strada dove è arrivata l’ambulanza. Sono entrata in coma farmacologico quando è arrivato l’elisoccorso che mi ha trasportato a Sassari. Ho comprato casa per vivere serena ma i miei figli non hanno il coraggio di tornare a casa. Non è giusto, dov’è la giustizia?”.

Ora la donna teme per lei e la sua famiglia.

L’aggressore infatti, che prima di sparare a Petronela aveva anche cercato di far esplodere la palazzina con una bombola del gas, è al momento libero, dopo che il giudice ha disposto la revoca degli arresti domiciliari e prosciolto dall’accusa di tentato omicidio per vizio totale di mente. “La difesa aveva chiesto il rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica – ha spiegato l’avvocato della vittima – il perito ha accertato l’incapacità di stare a processo, ed è stato quindi assolto per vizio totale di mente. È stato accertato un deficit cognitivo non suscettibile di guarigione spontanea”. Il legale ha aggiunto: “Non è stata applicata alcuna misura di sicurezza nonostante noi avessimo richiesto un approfondimento della pericolosità sociale. Al momento attendiamo ancora le motivazioni circa l’assoluzione, la procura non ha richiesto nulla e attualmente quest’uomo si trova in una struttura comunitaria, ha scontato parte dei domiciliari presso alcuni parenti, con una sentenza di assoluzione è libero di tornare a casa in qualsiasi momento”.

“Io ho lottato per non morire e vedere i miei figli”, ha concluso Petronela tra le lacrime, “Non ho fatto niente a nessuno, perché devo soffrire? Perché devo stare senza un occhio e non posso vedere di mio figlio? Perché non c’è giustizia?”

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