Gli adolescenti bevono meno alcolici, ma fumano più cannabis e giocano d’azzardo

I dati di Espad sulle dipendenze degli adolescenti.

Gli adolescenti bevono e fumano di meno, ma emergono preoccupazioni per l’uso di cannabis e per i nuovi comportamenti a rischio di dipendenza. Sono i nuovi risultati dello studio europeo Espad (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs), un network collaborativo formato da gruppi di ricerca transnazionale esistente in oltre 40 paesi, che studia sull’uso di sostanze tra gli adolescenti.

Più diffusi, tra gli adolescenti italiani, rispetto ai coetanei europei, gioco d’azzardo e cannabis. Il fumo e il consumo di alcolici tra gli studenti europei di 15-16 anni mostrano segni di declino, ma emergono preoccupazioni per l’uso potenzialmente rischioso della cannabis e per le sfide poste dai nuovi comportamenti a rischio di sviluppare dipendenza. Lo studio, coordinato dal gruppo di ricerca italiano dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) e pubblicato in collaborazione con l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda), si basa sull’ultima rilevazione condotta nel 2019 in 35 Paesi europei, tra cui 25 Stati membri dell’Ue. Si tratta del settimo ciclo di raccolta dati condotto dal progetto Espad dal 1995. All’ultima edizione ha partecipato un totale di 99.647 studenti, di cui più di 2500 italiani, che hanno risposto a un questionario anonimo. Il Report Espad 2019 contiene informazioni sull’uso e le percezioni degli studenti in merito a una varietà di sostanze, tra cui: tabacco, alcol, sostanze illecite, inalanti, farmaci e nuove sostanze psicoattive (Nps).

Per stare al passo con i comportamenti a rischio emergenti tra i giovani in Europa, il questionario Espad viene costantemente adattato includendo nuovi argomenti, pur mantenendo una serie di domande fondamentali volte a tracciare gli andamenti di lungo periodo. Per descrivere meglio i modelli contemporanei di consumo di nicotina, l’ambito della survey condotta nel 2019 è stato esteso indagando per la prima volta in tutti i Paesi partecipanti il consumo di sigarette elettroniche. Sono inoltre stati inclusi dei test di ‘screening’ per valutare i comportamenti potenzialmente dannosi, tra cui il gioco d’azzardo problematico, l’uso ad alto rischio di cannabis e la consapevolezza di problematiche legate all’uso di social media e videogiochi.

Dal Rapporto emerge che il consumo di alcol rimane elevato tra gli adolescenti europei: una media di oltre tre quarti (79%) degli studenti ha fatto uso di alcol nel corso della vita e quasi la metà (47%) nel corso dell’ultimo mese. Ma i dati sull’andamento dei consumi segnalano alcune diminuzioni costanti, con livelli oggi inferiori a quelli del 2003, quando tali valori avevano raggiunto un picco rispettivamente del 91% e del 63%. La diffusione di ‘episodi di consumo eccessivo di alcolici’ ha raggiunto il suo livello più basso nello studio del 2019 (35 %), dopo un picco registrato nel 2007 (43%). I dati mostrano che il divario di genere nella diffusione di questo modello di consumo si è ridotto nel corso del tempo (ragazzi 36%; ragazze 34%). I cambiamenti delle normative sull’alcol a livello nazionale possono aver contribuito al calo dei consumi rilevato tra i giovani.

Per l’Italia, i dati Espad mostrano che la percentuale di studenti che fa uso di alcol è superiore alla media europea: l’84% riferisce di aver consumato alcol nella vita e il 59% nell’ultimo mese. Tuttavia, se l’uso di alcol sembra più diffuso che in altri Paesi, il consumo eccessivo (35%) è nella media europea. A fronte dell’introduzione delle politiche sul tabacco che hanno caratterizzato gli ultimi due decenni, si registrano sviluppi positivi anche per quanto riguarda la diffusione dell’abitudine al fumo tra gli adolescenti. Tra il 1995 e il 2019, Espad ha rilevato una diminuzione del fumo di tabacco in relazione tanto all’uso almeno una volta nella vita (dal 68% al 42%), quanto all’uso recente (dal 33% al 20%) e all’uso quotidiano (dal 20% al 10%). I nuovi dati rivelano una alta prevalenza dell’uso di sigaretta elettronica (40% per l’uso nel corso della vita e del 14% per l’uso nell’ultimo mese) e che coloro che non hanno ʻmai fumatoʼ sigarette presentano tassi più elevati di questo comportamento rispetto ai fumatori ʻoccasionaliʼ e ʻabitualiʼ.

L’Italia è tra i Paesi con la percentuale più alta di studenti che riporta di aver fumato sigarette nel corso della vita (55%); l’andamento di lungo periodo conferma una diminuzione rispetto alla prima rilevazione del 1995 (64%). Anche la percentuale di studenti che riferisce un uso recente 32% sembra in diminuzione (37% nel 2015), così come la percentuale di studenti che riferisce un’abitudine quotidiana al fumo (19%). Quest’ultima, sebbene in diminuzione nel corso degli anni (picco del 25% nel 2007), rimane tra le più alte in Europa.

Per quanto riguarda invece l’uso di sigarette elettroniche, nonostante la percentuale di studenti italiani che le hanno provate almeno una volta nella vita sia leggermente più alta della media europea (44%), la prevalenza di svapatori recenti è leggermente inferiore (13%). Calo nell’uso di sostanze psicoattive illecite ma preoccupazioni per l’uso ad alto rischio di cannabis, per l’uso di farmaci senza prescrizione medica e Nps. L’ultima rilevazione mostra che, in media, 1 studente su 6 (17%) ha riportato di aver fatto uso di una sostanza illecita almeno una volta nella vita, con livelli che variano notevolmente tra i Paesi partecipanti ad Espad (dal 4,2% al 29%). La diffusione dell’uso di sostanze illecite nel corso della vita in questa popolazione è in leggera diminuzione rispetto al 2011 (Tabella 14 del Rapporto), anche se è rimasta generalmente stabile negli ultimi due decenni.

La cannabis è ancora la sostanza illecita più usata dagli studenti dei Paesi Espad. In media, il 16% dei rispondenti ha riferito di aver fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita (11% nel 1995), mentre il 7,1% ha riferito di averne fatto uso nell’ultimo mese (4,1% nel 1995). Il consumo almeno una volta nella vita è lentamente diminuito rispetto al 2011, mentre il consumo nel corso dell’ultimo mese è rimasto stabile rispetto al 2007. L’uso ad alto rischio di cannabis, analizzato per la prima volta in tutti i Paesi partecipanti nel 2019, ha rivelato che, in media, il 4% dei rispondenti rientra in questa categoria ed è potenzialmente a rischio di sviluppare problemi legati all’uso di cannabis. La comprensione e il monitoraggio di questo fenomeno è importante per la formulazione di politiche di prevenzione. Nel nostro Paese, in linea con i dati registrati nel 2015, si riscontrano percentuali di utilizzo di cannabis tra le più alte in Europa. Mentre gli studenti italiani che hanno provato questa sostanza almeno una volta nella vita (27%) sono secondi solo a quelli della Repubblica Ceca (28%), gli utilizzatori italiani di cannabis nel corso dell’ultimo mese (15%) sono i primi, davanti a francesi e olandesi (13%). Anche sul fronte dell’uso ad alto rischio, l’Italia rileva uno tra i livelli più alti (6.2%).

L’uso non medico di farmaci soggetti a prescrizione tra gli adolescenti continua a rappresentare una fonte di preoccupazione. Ad esempio, il 6,6% dei rispondenti ha riferito di aver usato tranquillanti o sedativi e il 4,0 % antidolorifici ‘per sballare’ nel corso della propria vita. Su questo versante, i dati italiani sembrano destare meno preoccupazioni, attestandosi sotto la media europea sia relativamente all’uso di tranquillanti o sedativi (4.3%) sia a quello di antidolorifici (0.8 %) senza prescrizione medica. Come in Europa, anche nel nostro Paese l’uso di psicofarmaci a fini non medici sembra essere un fenomeno prevalentemente femminile. In media, il 3,4% degli studenti ha riferito di aver fatto uso almeno una volta nella vita di nuove sostanze psicoattive (Nps): sostanze molto potenti, spesso di origine sintetica, che sfuggono ai controlli perché non censite nelle tabelle ufficiali delle droghe illegali. Questa percentuale, sebbene in leggera diminuzione rispetto al 4% registrato nel 2015, rappresenta comunque livelli di consumo più elevati rispetto ad anfetamine, ecstasy, cocaina o Lsd considerati individualmente.

Sebbene in linea con il dato europeo, in Italia le Nps registrano una rilevante diminuzione rispetto all’ultima survey, con un 3.1% degli studenti che riporta di averne fatto uso almeno una volta (6% nel 2015). Quasi tutti gli utilizzatori di Nps sono ‘policonsumatori’, ovvero fanno uso anche di altre sostanze (come alcol, cannabis e stimolanti). La constante scoperta di Nps e il ‘policonsumo’ tra gli utilizzatori di Nps evidenziano la necessità di un attento monitoraggio. Gioco d’azzardo, videogiochi e social media: è necessario vigilare I risultati dello studio Espad 2019 mostrano che il gioco d’azzardo è diventato un’attività diffusa tra gli studenti in Europa, con il 22% degli intervistati che ha dichiarato di aver giocato d’azzardo almeno una volta negli ultimi 12 mesi (prevalentemente a lotterie e gratta e vinci). Espad stima inoltre che il 7,9% degli studenti abbia giocato d’azzardo online nel periodo di riferimento. I

l test di screening utilizzato per rilevare il gioco d’azzardo problematico ha rivelato che, in media, il 5% degli studenti che ha giocato d’azzardo negli ultimi 12 mesi rientra in questa categoria. Il dato italiano è nettamente superiore alla media europea, con il 32% degli studenti che riferisce di aver giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno. Di questi, il 3.9% risulta avere un profilo di gioco a rischio, percentuale in questo caso più bassa del dato europeo. Nel nostro Paese, gli studenti che giocano sembrano preferire le scommesse sportive.

Negli ultimi due decenni, a causa soprattutto della crescente popolarità di smartphone e tablet, i videogiochi sono diventati sempre più diffusi e gli utenti giocano sempre più spesso su questi dispositivi. Circa il 60% degli intervistati ha riferito di aver giocato ai videogiochi in un giorno di scuola nell’ultimo mese (il 69% in una giornata non scolastica). Nella maggior parte dei Paesi, i ragazzi passano il doppio del tempo a giocare rispetto alle ragazze. Circa il 94% dei rispondenti ha riferito l’uso di social media nel corso dell’ultima settimana. In media, gli utenti hanno trascorso 2-3 ore sui social media in un giorno di scuola, tempo che sale a 6 o più ore nelle giornate non scolastiche. Nella maggior parte dei Paesi, le ragazze hanno riferito di utilizzare i social media nei giorni non scolastici più frequentemente rispetto ai ragazzi.

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