L’evoluzione dei bot tra utilità e rischi per la privacy

I bot sono ormai una presenza costante nel nostro quotidiano online. Si nascondono dietro app di messaggistica, social media e assistenti virtuali come Siri o Alexa, facilitando le nostre attività online ma anche, in alcuni casi, rappresentando una minaccia. È quindi essenziale sapere cosa sono, come funzionano, e come riconoscerli.

Cosa sono i bot e come funzionano?

I bot, abbreviazione di “robot”, sono programmi informatici creati per eseguire compiti ripetitivi in modo autonomo. La loro storia risale agli anni ’60, con il celebre bot ELIZA di Joseph Weizenbaum, sviluppato per simulare conversazioni umane. Da allora, i bot hanno subito un’evoluzione impressionante, adattandosi alle nuove tecnologie e trovando spazio in moltissimi ambiti, dalla gestione delle informazioni online all’assistenza clienti.

Tipologie di bot, i più comuni e il loro utilizzo

I bot non sono tutti uguali. Alcuni sono progettati per scopi legittimi e utili, mentre altri possono nascondere insidie. Ecco le principali categorie:

  • Chatbot: questi bot simulano conversazioni umane e sono utilizzati in vari settori, soprattutto nel customer service. Si presentano in popup sui siti web o negli assistenti virtuali degli smartphone.
  • Spider bot: utilizzati dai motori di ricerca, come Google, per scansionare e indicizzare contenuti online. Questi bot sono essenziali per migliorare la visibilità dei siti web.
  • Social bot: i social bot si celano sui social media, simulando interazioni e generando commenti o like per aumentare artificialmente l’importanza di una pagina o per diffondere disinformazione.
  • Bot malevoli: alcuni bot, come i bot di phishing o i botnet, sono progettati per rubare dati personali o attaccare server tramite attacchi DDoS, bloccando temporaneamente siti web e servizi online.

Come riconoscere un bot

Identificare un bot può essere difficile, soprattutto se si utilizza il web in modo superficiale. Ecco alcuni segnali per riconoscerli:

  1. Risposte automatiche e ripetitive: un bot tende a rispondere in modo standardizzato e monotono.
  2. Tempi di risposta irregolari: risposte eccessivamente rapide o lente possono essere un campanello d’allarme.
  3. Messaggi incoerenti: se i messaggi sono privi di logica o non seguono il contesto, potresti avere a che fare con un bot.
  4. Profili sospetti sui social: attenzione a profili senza foto reali, informazioni minime e un numero sproporzionato di follower rispetto all’interazione reale.

Seguendo questi accorgimenti, potrai riconoscere la maggior parte dei bot presenti sui social e nei vari ambienti digitali.

Come si sviluppa un bot?

Oggi è possibile sviluppare bot tramite strumenti accessibili come Dialogflow di Google o Microsoft Bot Framework. Tuttavia, per un risultato professionale, è consigliabile avere competenze di programmazione. I bot più complessi utilizzano anche intelligenza artificiale, machine learning e deep learning per migliorare le loro capacità di interazione e comprendere meglio il linguaggio naturale.

Come proteggersi dai bot malevoli

Per evitare di cadere vittima di bot dannosi, ecco alcuni consigli di sicurezza:

  • Verifica l’autenticità del sito o del profilo con cui stai interagendo.
  • Evita di cliccare su link sospetti o di condividere informazioni sensibili con profili non verificati.
  • Utilizza un antivirus aggiornato e configura la privacy sui tuoi account social per limitare l’interazione con bot non autorizzati.
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