Pasqua in lockdown? Come superare l’ansia e lo stress di queste restrizioni

I consigli degli psicologi.

Si avvicinano le festività di Pasqua che, causa pandemia, dovranno osservare le note regole imposte dalla zona rossa con restrizioni che impediranno grandi festeggiamenti in famiglia e con amici. Il disagio psicologico, inevitabile, proseguirà, ma si devono attivare strategie individuali per non soccombere davanti a paure, stress, “sindromi del prigioniero” e disturbi del sonno. A fornire alcuni consigli è l’Ordine degli Psicologi che sta continuando ad osservare i forti disagi emozionali scatenati dal trauma del Covid che ha generato anche sempre più reazioni di stress disfunzionale. 

Dopo oltre un anno molti si sentono, giustamente, ancora fragili, instabili, demotivati, in preda all’incertezza per il futuro, sia sanitario sia economico, con il rischio di polarizzazione della nostra vita mentale. Certo, anche nel periodo pasquale ci saranno persone e famiglie in isolamento o ricoverate in ospedale, bloccate in quarantena, magari in attesa dell’esito del tampone; ci saranno come sempre medici, infermieri, personale sanitario alla continua ricerca di curare gli ammalati: è evidente che non potrà essere una Pasqua molto diversa da quella dell’anno scorso. 

Pensando ai sanitari stremati, ai tanti, troppi morti, ai parenti di chi è stato portato via dal virus, agli ammalati in ospedale e a casa, è inevitabile, in questa Pasqua in quasi semi-lockdown, condividere la sofferenza collettiva, senza però eccedere in sentimenti eccessivamente fobici che possono determinare l’insorgenza di malesseri a rischio di sfociare in atteggiamenti psicopatologici. 

Pur ammettendo e richiedendo con forza l’esigenza di garantire alla popolazione servizi psicologici all’interno del servizio pubblico (“urgente implementare psicologia pubblica di base, al pari della medicina di base, per migliorare la gestione della crisi e del quotidiano”), il Presidente dell’ordine degli psicologi, Calvani, suggerisce ai cittadini di alimentare la fiducia, sia verso la scienza, sia verso l’uscita, prima o poi, com’è accaduto per tutte le epidemie, da questo virus.  Già prima del Covid-19 l’attenzione per la salute psicologica era molto bassa. Si dovrebbe pensare a un sistema di psicologi di base, anche perché i sintomi emersi dopo la crisi sanitaria hanno un’alta probabilità di rientrare, se sono trattati con un supporto psicologico da parte di uno specialista, sia ai parenti delle vittime, sia agli ammalati, sia a chi ha perso o sta perdendo il lavoro o chi vive nell’ansia di infettarsi o infettare con lo stigma di essere stato o diventare l’untore. 

Intanto, per non farsi travolgere da una Pasqua blindata e dall’ondata di psico-pandemia, l’Ordine degli Psicologi elabora alcuni semplici consigli: rimanere sufficientemente informati, senza esagerare, per capire correttamente l’andamento della situazione; mantenere tutte le misure di prevenzione ed evitare, per ridurre i contagi, visite ai parenti vulnerabili e alle persone fragili; dedicarsi alla cura di sé, anche se le relazioni sociali sono sospese, dall’alimentazione, allo sport, passando per la continuazione o la ripresa dei propri hobby, mantenendo l’attività di routine e di programmazione di attività future evitando qualsiasi tentazione rinunciataria. 

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