Al liceo Garibaldi un gemellaggio tra La Maddalena e Procida

L’iniziativa del liceo Garibaldi di La Maddalena.

Nell’ambito delle iniziative collaterali al progetto “La Maddalena capitale della cultura 2024”, il liceo Garibaldi ha voluto dedicare uno spazio di approfondimento agli aspetti storici e culturali che legano l’arcipelago all’isola di Procida, capitale della cultura 2022.  

Per farlo ha voluto ospitare, nello scorso mese di dicembre, un incontro con la professoressa Giovanna Sotgiu, esperta di storia e cultura isolana, che ha tenuto una lezione sul tema “famiglie maddalenine di origine procidana: usi e costumi di Procida importati a La Maddalena”. Alla lezione hanno preso parte agli studenti della classe IV A del liceo scientifico dell’IIS Garibaldi e, in videoconferenza, una classe quarta dell’indirizzo Trasporti e Logistica dell’Istituto Superiore “F. Caracciolo – G. Da Procida”.

La professoressa Sotgiu ha ripercorso la storia delle prime famiglie procidane insediatesi a La Maddalena, dagli Acciaro ai Lobrano o Lubrano, dagli Scotto ai Tarantino. In larghissima parte famiglie di pescatori che, fra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento arrivarono a La Maddalena per “la stagione”, ovvero nel periodo più proficuo (primavera-estate) per l’esercizio della pesca, in particolare delle aragoste. Dormivano in barca o a terra, senza occupare abitazioni nel borgo di La Maddalena. Col tempo la loro presenza iniziò a diventare stabile e piccole comunità procidane si accasarono sull’isola: costituivano una enclave con abitudini, idee e modi ben riconoscibili.

La professoressa Sotgiu, tra le varie figure di rilievo di questa comunità, ha voluto ricordare due personalità in modo particolare. Quella di Giovannetta Tarantino che fu la prima maestra elementare maddalenina; iniziò la sua carriera nel 1859 a Santa Teresa trasferendosi definitivamente a La Maddalena nel 1861. Poi quella di Michele Scotto, maddalenino figlio di procidani, uomo molto religioso, tanto da essere soprannominato “Zi Cristu”. Era, come quasi tutti i procidani, pescatore di aragoste e portava l’orecchino al lobo sinistro, secondo l’usanza di Procida.

La piccola Cappella della Madonnetta, che si trova nell’area denominata Carlotto, è legata al suo nome. Si racconta che, un giorno, mentre tornava da una battuta di pesca, venne sorpreso da una forte mareggiata di maestrale, tanto da non riuscire a governare la barca. “In preda alla disperazione, pregò e si raccomandò alla Madonna e poiché riuscì a salvarsi, per riconoscenza mise in un piccolo anfratto, riparata dal vento, una piccola immagine della Vergine e ogni mercoledì si recava sul posto per accendere un cero”.

Su quella scogliera sorse la cappella intitolata alla Madonetta che, inaugurata nel 1928 dal parroco Antonio Vico, è ancora oggi meta della processione che si ripete tutti gli anni nella prima domenica di maggio. 

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