Nessun colpevole per la morte dell’operaio a La Maddalena.
Dopo oltre 13 anni dall’incidente che causò la morte di Marin Rusu, operaio romeno di 46 anni, a La Maddalena, è arrivata la sentenza di assoluzione per i tre imputati accusati di omicidio colposo. Rusu morì il 4 maggio 2011 mentre lavorava al secondo piano di un edificio in costruzione in via Tommaseo. Durante lo spostamento di un cavalletto, cadde e venne trafitto al costato sinistro da un piede del cavalletto stesso. Soccorso subito dai colleghi, fu trasportato in ospedale, ma morì poco dopo il suo arrivo.
Il processo si è concluso con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” del subappaltatore Jonel Rus, del responsabile della ditta appaltatrice Mauro Manuedda e del coordinatore della sicurezza Giovanni Battista Godelmoni. La giudice Marcella Pinna ha condiviso le conclusioni del pubblico ministero, che nella precedente udienza aveva già richiesto l’assoluzione. Sottolineando che non vi erano elementi sufficienti per dimostrare la responsabilità degli imputati. Nessuno aveva visto l’accaduto. E Rusu si era sfilato il cavalletto dal corpo prima che i colleghi arrivassero.
Secondo l’accusa, Rusu avrebbe inciampato su dei fili elettrici presenti a terra, perdendo l’equilibrio e cadendo contro il cavalletto. Cadendo contro un piede in ferro che si conficcò nel suo costato, provocando una ferita fatale. Nonostante gli sforzi dei colleghi e la corsa in ospedale, l’operaio non riuscì a sopravvivere.
Come scrive La Nuova Sardegna, l’avvocato di parte civile, che rappresentava la famiglia di Rusu, ha contestato duramente la decisione del Pm, insistendo sulla responsabilità dei datori di lavoro e richiedendo una condanna. Tuttavia, la corte ha accolto la linea della difesa, assolvendo tutti gli imputati.