La denuncia del comitato di quartiere di Murta Maria.
Si sentono inascoltati i residenti del quartiere di Murta Maria. Nonostante le centinaia di lettere inviate a Provincia, Comune e Regione, nonostante le decine di raccolte firme contro i miasmi della discarica di Spiritu Santu e i dati sull’inquinamento del sottosuolo rilevati dai laboratori del Cipnes, la situazione non si è mossa in questi mesi di un centimetro.
A Murta Maria e a Porto San Paolo “si respira acido solfidrico dal forte odore pungente, anidride solforosa, ossidi di azoto, metano”, scrivono i membri del comitato. Come sempre e per due volte al giorno, la mattina e la sera.
“I cittadini ed i turisti di Murta Maria e di Porto San Paolo si respirano i gas emessi dalla discarica. Cambia solo se il vento cambia – afferma il comitato, guidato dal presidente Corrado Varrucciu -. Alla domanda fatta ai politici sulla discarica di Spiritu Santu la risposta è: quella non si può toccare, rimarrà in eterno. Vorremmo far loro sapere che esiste un termovalorizzatore, costruito con i soldi pubblici, al quale vi è l’obbligo di conferire i rifiuti indifferenziati, non è una scelta, è un obbligo”.
Il riferimento è alla struttura di Tossilo, nel territorio di Macomer, i cui lavori sono stati recentemente terminati. “Tra l’altro esiste una direttiva europea che prevede l’obbligo di conferire i rifiuti indifferenziati nei termovalorizzatori – proseguono -. In mancanza di ciò sono previste multe milionarie. Ma i politici galluresi non temono multe o sanzioni penali e neanche il giudizio dei cittadini”. E da Murta Maria a Porto San Paolo resta la puzza.