Da El Salvador a Olbia, il riscatto del cacao passa per la Gallura

A Olbia il progetto di Elisa e Juan Rafael per un mercato sostenibile del cacao

Elisa Parriciatu, originaria di Olbia, e Juan Rafael Trigueros Hill, di El Salvador, fondatori di Vaicacao, sono da anni impegnati in un progetto di riscatto del cacao. Questo, nato nel 2015 per promuovere il cacao della finca Cuyancùa della famiglia di Juan Rafael, oggi coinvolge diverse realtà dell’America Latina. Il loro cacao, nella forma di bevanda cerimoniale o tavoletta purissima, attualmente, si lavora in un laboratorio a Olbia. Qui lo arricchiscono anche con aromi tipicamente sardi, come il mirto silvestre, i cristalli di sale delle saline di Sant’Antioco, le mandorle non trattate della Giara e i fiori di lavanda biologici di Elvio.

Elisa, con passione e competenza, ha raccontato il loro lavoro e la loro filosofia: “I nostri valori sono la sostenibilità ambientale e sociale e l’etica commerciale. Utilizziamo cacao al 100% tracciabili, provenienti dalla tenuta di famiglia e da altre cacaotales specializzate e sostenibili tra Costa Rica, El Salvador, Guatemala e Messico”. Gli obiettivi sono molteplici. Uno di questi è teso a scardinare gli attuali modelli commerciali, che favoriscono le multinazionali e grandi players, aggravando la povertà e la disuguaglianza nei Paesi produttori, come l’America Latina e l’Africa. “Realtà artigianali come la nostra, invece, si basano sulla filiera corta verticale. Questa – spiega Elisa – crea una comunicazione migliore tra produttore e consumatore e una distribuzione più equa dei profitti. Inoltre, favorisce un’attenzione maggiore nei confronti dell’ambiente”.

Al momento, Vaicacao è l’unica realtà sarda rappresentata all’interno dell’Associazione Cioccolato Bean to bar Italia, di cui Elisa è vicepresidente. “L’associazione no profit, la cui prima riunione in presenza si è tenuta lo scorso 31 luglio – spiega – ha lo scopo di promuovere il cioccolato bean-to-bar artigianale italiano. L’espressione indica che seguiamo tutte le fasi di lavorazione del prodotto, dal seme alla tavoletta, a garanzia di trasparenza, qualità e rispetto del lavoro. Un tipo di prodotto che, purtroppo, all’interno del mercato italiano, è ancora sconosciuto o incompreso. Per questo, abbiamo deciso di dare il nostro contributo professionale e personale”.

Il recupero dell’uso cerimoniale del cacao e le sue proprietà

Un altro degli obiettivi di Vaicacao è quello di divulgare il valore che il cacao aveva in Mesoamerica, tra gli Olmechi, i Maya, i Toltechi, i Mexica e gli Aztechi. “Il cacao – spiega Elisa – faceva parte del sistema di usi, saperi e visione del cosmo di queste popolazioni. Grazie alle testimonianze lasciate dai Maya, ancora oggetto di studio, siamo riusciti a capire che veniva consumato amaro – lo zucchero, come il burro di cacao, lo abbiamo introdotto noi europei – dalle classi nobili, dai religiosi e dai guerrieri. Tuttavia, non è escluso il suo utilizzo quotidiano tra le fasce più basse della popolazione”.

Inoltre, è noto che avesse un valore spirituale e medicamentoso. Valore che Vaicacao ha cercato di recuperare ed esaltare: “Il cacao, che veniva consumato sottoforma di bevanda fatta con acqua calda, aveva delle proprietà officinali. Per esempio, veniva dato alle donne che avevano poco latte per allattare”. Tuttora, al cacao vengono riconosciute diverse proprietà, poiché contiene delle sostanze associate al benessere. Tra queste, la dopamina, la serotonina e la feniletilamina, le “sostanze della felicità”. Inoltre, il cacao è una fonte di polifenoli e flavonoidi, sostanze che contrastano i radicali liberi e, quindi, l’invecchiamento.

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