Campo nomadi di Olbia, al via lo sgombero: “Situazione d’emergenza”

Il sindaco Nizzi firma per lo sgombero del campo nomadi.

Il campo nomadi di Olbia sarà sgomberato. Il sindaco Settimo Nizzi ha firmato questo pomeriggio l’ordinanza con cui dispone, ognuno in base alle proprie competenze, “di provvedere allo sgombero definitivo del Campo nomadi in località Sa Piana Manna, con ricollocazione dei soggetti attualmente ivi dimoranti in idonei locali, aventi i prescritti requisiti igienico sanitari”.

Il sindaco ha richiesto anche “di provvedere alla delimitazione e recinzione dell’area suddetta al fine di inibire l’accesso a soggetti non autorizzati e scongiurare il reitero di abbandono di rifiuti e comportamenti illeciti”. E ancora: “Di avviare le procedure per addivenire, previa acquisizione dei pareri dei soggetti competenti in materia alla rimozione rifiuti ed eventuale bonifica dell’area di cui all’oggetto”.

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Una decisione repentina, presa di fronte all’ennisima evidenza che quella che si era formata alle porte di Olbia era una vera bomba ecologica. Il sindaco, nell’ordinanza, richiama la relazione nella quale “emerge la necessità di provvedere, con urgenza, alla rimozione dei rifiuti per evitare un aggravio del già evidente danno ambientale e prevenire situazioni lesive della salute e della pubblica incolumità, a tutela di rilevanti interessi pubblici”.

Nizzi evidenzia “che la situazione eccezionale ed urgente non consente l’utilizzo di strumenti ordinari per affrontare l’emergenza, per cui si rende necessario individuare tutte le misure indispensabili per far fronte alla grave situazione e porre in essere tutte le attività idonee per ripristinare lo stato dei luoghi”.

Vista “l’eccezionalità ed urgenza, il presente provvedimento finalizzato a consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione di rifiuti, anche in deroga alle disposizioni vigenti e comunque nel rispetto delle disposizioni contenute nelle direttive dell’Unione Europea, ha efficacia
per il periodo strettamente necessario a garantire l’intervento di ripristino e comunque un periodo non superiore a sei mesi”.

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