Il processo per il crack del Geovillage di Olbia è quasi giunto al termine.
Gavino Docche, il noto costruttore e ideatore del Geovillage di Olbia, ha presentato richiesta di patteggiamento per le accuse di bancarotta fraudolenta aggravata, falso in bilancio e mancato versamento delle ritenute d’acconto. Il maxi debito accumulato ammonta a 158 milioni di euro, di cui 43 milioni sono imputabili a danni verso l’erario e gli enti previdenziali.
Oltre a Docche, anche la moglie Anna Costaggiu, il figlio Fabio, Salvatore Bianco (amministratore di una delle società legate al Geovillage) e il commercialista Gian Luigi Puggioni sono sotto processo. Durante l’udienza più recente, i legali della famiglia Docche hanno anticipato l’intenzione di optare per il patteggiamento, con le pene concordate che saranno ufficializzate durante la prossima udienza, fissata per l’8 maggio. In quella stessa data, saranno accorpati anche i vari procedimenti relativi ai fallimenti delle società legate al Geovillage.
Non si esclude che anche Bianco e Puggioni decidano di scegliere riti alternativi. La sentenza finale è prevista per il 26 giugno.
Come riporta La Nuova Sardegna, secondo la Procura di Tempio, gli imputati avrebbero intenzionalmente evitato di versare le somme destinate al pagamento di imposte e contributi previdenziali, contribuendo al dissesto delle società e, infine, al loro fallimento. La gestione delle società, secondo l’accusa, sarebbe stata caratterizzata dall’utilizzo delle risorse risparmiate evitando il pagamento delle imposte, accumulando così ingenti debiti.
Infine, Sviluppo Olbia si è costituito parte civile nel processo, ma solo nei confronti di Gavino Docche.