Olbia celebra Fellini e Catozzo con una mostra all’aeroporto

La mostra su Fellini e Catozzo all’aeroporto di Olbia.

Un viaggio straordinario nell’universo creativo di Federico Fellini e nell’ingegno del montatore Leo Catozzo ha preso il via presso l’Artport Gallery e la sala arrivi dell’aeroporto di Olbia. La mostra fotografico-documentale La dolce vita di Fellini e Catozzo: tra sogno, magia e realtà rende omaggio al genio visionario del celebre regista e al talento innovativo del suo collaboratore, offrendo uno sguardo unico su aspetti inediti della loro vita e carriera.

L’iniziativa, curata dall’associazione culturale Il Leone e le Cornucopie, è stata inaugurata alla presenza di personalità di spicco, tra cui i direttori artistici Fabio Alescio e Tiziana Biscu, il Ceo di Geasar S.p.A. Silvio Pippobello, le rappresentanti dell’assessorato al Turismo della Regione Sardegna Alessia Pillai e Valentina Pisano, e Alberto Catozzo, figlio di Leo, accompagnato da Costantino Frontalini, presidente del Museo del Sidecar di Cingoli.

Uno degli elementi più suggestivi della mostra è la sezione dedicata alle motociclette, simbolo ricorrente nei film di Fellini. Anche se il regista non era un appassionato motociclista, le due ruote sono state per lui veicoli di significato, incarnando libertà, modernità e ribellione.

In esposizione, nove motocicli restaurati dal Museo del Sidecar di Cingoli, tra cui pezzi iconici come il motocarro Zampanò de La Strada (1954), che rappresenta il vagabondare poetico del personaggio interpretato da Anthony Quinn. Non manca la celebre Vespa de La dolce vita (1960), utilizzata dai paparazzi per immortalare l’effimero glamour di Roma: “Non solo un mezzo di trasporto, ma un vero strumento di lavoro”, ha spiegato Frontalini, sottolineando il ruolo pratico e simbolico del veicolo.

Tra gli altri pezzi esposti, spiccano l’Harley-Davidson WL 750 di Amarcord (1973), la Ducati Indiana 650 de La Voce della Luna (1990) e il sidecar utilizzato in I Clowns (1971). Ogni moto è accompagnata da pannelli informativi che raccontano il loro impiego cinematografico e le modifiche apportate per adattarle ai set, offrendo un’esperienza immersiva per i visitatori.

La mostra esplora anche il contributo fondamentale di Leo Catozzo, inventore della rivoluzionaria pressa per il montaggio cinematografico, utilizzata per capolavori come La Dolce Vita e 8½. “Il successo della pressa di mio padre fu cruciale per Fellini, anche se la vita e il lavoro li portarono poi a separarsi,” ha ricordato Alberto Catozzo durante l’evento inaugurale.

Tra i materiali in esposizione, spiccano prototipi originali della pressa e documenti che testimoniano il legame artistico e personale tra i due, tracciando un percorso fatto di amicizia e innovazione tecnica.

La mostra sarà arricchita da una serie di eventi collaterali, tra cui le proiezioni dei film La Dolce Vita e Amarcord nelle versioni restaurate, previste rispettivamente l’11 e il 14 dicembre, e un doppio evento musicale il 16 dicembre, con il maestro Gian Domenico Anellino e il Movin’on Up Gospel Choir.

Aperta fino al 31 dicembre 2024 con ingresso gratuito, La dolce vita di Fellini e Catozzo promette di essere un appuntamento indimenticabile per gli amanti del cinema e della cultura italiana.

Condividi l'articolo