Maxiyacht al posto delle auto al Molo Brin, ecco come cambia Olbia

L’inizio dei lavori al Molo Brin di Olbia.

Mentre Olbia si prepara ad accogliere i mega yacht dei miliardari, i cittadini restano a piedi. La nuova darsena del Molo Brin, che dovrebbe trasformare il waterfront in una passerella per super-ricchi, avrà un costo salato soprattutto per chi ha bisogno di muoversi con l’auto, disabili in primis. La realizzazione del nuovo porto turistico porterà via i parcheggi del Molo Brin e del molo Bosazza, fino ad oggi punto di riferimento per chi si recava in centro, almeno fino alla conclusione dei lavori, prevista per l’estate 2026.

L’inizio dei lavori è imminente: il cantiere potrebbe partire già nei prossimi giorni, dato che il cartello di cantiere riporta la data del 30 gennaio 2025, almeno per quanto riguarda i lavori per la ristrutturazione del vecchio fabbricato, di 800 metri quadri, un tempo adibito ad officina meccanica e deposito doganale. L’obiettivo è quello di inaugurare entro la prossima estate i 17 posti barca per imbarcazioni fino a 150 metri, gestiti dalla società Quay Royal (acquisita nel 2021 da Moys).

La soluzione proposta dal Comune? Spostare gli stalli in un’area più distante, alla radice del viale che porta all’Isola Bianca, dove un parcheggio su due piani (241 posti tra superficie e interrato) verrà riqualificato e gestito dalla municipalizzata Aspo. La novità è che la sosta sarà totalmente gratuita (come annunciato dal primo cittadino durante la conferenza di fine anno), senza strisce blu, ma con un limite di 24 ore consecutive per evitare abusi. Un compromesso deciso con una delibera di giunta, su proposta dell’assessora ai Lavori pubblici Antonella Sciola, dopo mesi di passaggi burocratici tra Comune, Autorità portuale e Demanio.

Peccato che per raggiungere il centro da lì si debbano affrontare percorsi tortuosi, attraversamenti caotici sotto la sopraelevata (attendendo che non passino auto provenienti dalla sopraelevata o che si immettono nel tunnel) e un percorso di centinaia di metri. Il sindaco Settimo Nizzi minimizza: “Percorrere 200 metri in più non dovrebbe essere un problema”. Facile a dirsi per chi non ha problemi di mobilità. Per chi usa una carrozzina, per gli anziani o per chi ha difficoltà motorie, quel tratto rischia di diventare un ostacolo insormontabile. La distanza sarà di circa 450 metri, percorribile a piedi in circa 6 minuti, contro i 200 metri circa in 3 minuti del parcheggio al molo Brin,

Gli automobilisti più attenti già segnalano criticità: l’unico parcheggio già operativo, al Piazzale degli Idrovolanti, ha un ingresso stretto e poco agevole – secondo la tendenza attuale di stringere le carreggiate – mentre quello di fronte, a Piazzale Anfossi, è ancora in fase di completamento. C’è il gabbiotto della sorveglianza, che dovrebbe essere in grado di controllare tutto con un solo operatore, la segnaletica orizzontale e verticale, due posti per persone diversamente abili e uno per famiglie, ma al momento l’organizzazione sembra ancora approssimativa.

La distanza e le barriere architettoniche rischiano di compromettere l’autonomia di molti nel raggiungere il centro storico. L’auspicio è che l’amministrazione individui al più presto un’area dedicata ai parcheggi per persone diversamente abili, garantendo accessibilità e percorsi sicuri. Una possibile soluzione? Recuperare il progetto del parcheggio sotterraneo di piazza Mercato, un’opera faraonica mai completata. Sebbene complessa da attuare nel breve termine, la carenza di posti auto potrebbe spingere le istituzioni a riprendere in mano quel progetto ambizioso, liberando 60 posti divenuti preziosissimi per la comunità.

Il progetto per i mega yacht, intanto, avanza a vele spiegate. L’Autorità portuale ha già consegnato le aree alla concessionaria, e i cantieri trasformeranno il molo in un hub per il turismo nautico d’élite. Un cambiamento significativo, che porterà nuovi posti di lavoro e attrarrà investimenti milionari. Resta la sfida di bilanciare sviluppo e vivibilità urbana, ma la trasformazione del waterfront potrebbe rappresentare un’opportunità per rendere Olbia ancora più attrattiva, non solo per il turismo di lusso, ma per tutti coloro che la abitano e la frequentano ogni giorno.

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