Una guida tecnica al nuovo Pai di Olbia
Il nuovo Piano di assetto idrogeologico (Pai) di Olbia è una svolta per i tecnici che operano sul territorio, ecco una piccola guida. Questo strumento fornisce indicazioni chiare e operative per affrontare il rischio idrogeologico, grazie a una pianificazione rigorosa che tiene conto delle peculiarità locali. Elaborato sotto la supervisione dell’ing. Simone Venturini, il PAI unisce analisi scientifiche e norme progettate per agevolare gli interventi. Le modifiche consentono di rivalutare 7,5 chilometri quadrati, prima rigidamente classificati come Hi4, il massimo livello di rischio, che bloccava qualsiasi sviluppo.
- LEGGI ANCHE: Ecco il Pai, il piano di Olbia contro le alluvioni
Con la nuova metodologia, 5,1 chilometri quadrati sono stati riclassificati a livelli di rischio inferiori (Hi3, Hi2, Hi1), offrendo maggiore libertà progettuale e nuove opportunità di messa in sicurezza. La redazione della relazione di compatibilità idraulica e geologica è un elemento centrale per i professionisti, rappresentando il fondamento di ogni intervento. Questo documento deve includere un’analisi dettagliata del sito, valutando il comportamento idrogeologico del terreno e le interferenze tra l’intervento e il deflusso naturale delle acque. Deve anche proporre soluzioni per minimizzare il rischio, come canali di drenaggio, vasche di laminazione o il ripristino della vegetazione naturale. In molti casi, le simulazioni idrauliche sono cruciali per dimostrare l’efficacia delle misure e ottenere l’approvazione degli enti preposti. Con il nuovo PAI, il Comune di Olbia ha acquisito maggiore autonomia nell’approvazione delle relazioni tecniche per interventi che non incidono sul reticolo idrografico principale. Questo cambiamento è significativo: riduce i tempi di approvazione, semplifica le procedure e offre ai tecnici uno scenario operativo più dinamico. Tuttavia, comporta anche una maggiore responsabilità per i professionisti, chiamati a garantire che ogni progetto rispetti gli standard di sicurezza e sostenibilità fissati dal Piano.
Le Zone Hi4: interventi specifici e vincoli
Il nuovo PAI ha previsto la possibilità di intervento nelle aree Hi4, sia per quanto riguarda gli edifici esistenti sia per quanto riguarda quelli nuovi. Gli edifici esistenti possono essere rialzati rispetto al piano del terreno anche in modo importante per ridurre l’esposizione al rischio idraulico. Tutto ciò grazie ad una norma di indirizzo, non ancora inserita nel Piano Urbanistico Comunale di futura approvazione. Si tratta di una norma transitoria, che consente ai tecnici di operare fino all’inserimento della norma nel PUC e alla sua approvazione. È necessario che questi interventi rispettino rigorosamente i parametri di sicurezza previsti dal PAI, tra cui la dismissione permanente dell’eventuale interrato o seminterrato. Per quanto riguarda le nuove edificazioni, anche nelle zone Hi4 è possibile intervenire, ma seguendo una procedura articolata che garantisca la messa in sicurezza dell’area e la conformità alle norme.
La regolamentazione prevede un processo in più fasi: 1 – Prima di qualsiasi intervento edilizio, è necessario realizzare opere che garantiscano la sicurezza idraulica dell’area. Questi interventi possono includere la costruzione di argini, il sollevamento del livello del terreno, la realizzazione di muri di contenimento. 2 – Una volta completati gli interventi di messa in sicurezza, questi devono essere collaudati per verificarne l’efficacia. Il collaudo certifica che le opere siano funzionali e in grado di ridurre significativamente o eliminare il rischio idrogeologico. 3 – Dopo il collaudo, è necessario redigere una relazione di compatibilità idraulica, che deve dimostrare due aspetti fondamentali: a) l’intervento ha eliminato o significativamente ridotto il rischio idraulico nell’area. b) – l’intervento non provoca pericolosità in altre aree del territorio. 4 – La relazione di compatibilità idraulica deve essere presentata al Comune di Olbia, che è l’ente responsabile dell’approvazione se l’intervento non incide sul reticolo idrografico. In caso contrario sarà necessario il coinvolgimento dell’Autorità di Bacino. 5 – Una volta certificata la messa in sicurezza, è possibile richiedere una variante puntuale al PAI. Questa modifica rappresenta una presa d’atto da parte delle autorità competenti che l’area interessata non è più soggetta allo stesso livello di pericolosità idrogeologica.
Le Zone Hi1, Hi2 e Hi3 (Hi): interventi consentiti
Qui il rischio idrogeologico è considerato moderato o medio, permettendo un approccio più flessibile nella progettazione e negli interventi edilizi. In queste zone, gli interventi consentiti includono costruzioni e ampliamenti edilizi, a patto che gli interventi rispettino le normative di compatibilità idraulica e geologica. Anche nelle zone Hi qualsiasi intervento deve essere accompagnato da una relazione di compatibilità idraulica e geologica. Questo documento, che costituisce il fulcro di ogni progetto, deve includere un’analisi approfondita delle caratteristiche idrogeologiche del sito, le iniziative prese a favore dell’annullamento del rischio, la valutazione dell’interazione tra l’intervento e il reticolo idrografico esistente.
Il nuovo Piano di Assetto Idrogeologico rappresenta un momento storico per Olbia, offrendo soluzioni concrete per la sicurezza idraulica e nuove opportunità di sviluppo. Come sottolineato dal sindaco Nizzi, il PAI è un passo avanti fondamentale, ma non l’unico: il prossimo traguardo sarà l’approvazione del Piano Urbanistico Comunale, ora in fase avanzata grazie alla nuova perimetrazione delle aree a rischio. A questo si aggiungono il Piano del Centro Storico, che darà nuova vita al cuore della città, e il Piano di utilizzo dei litorali, già avviato con la comunicazione degli espropri. Questi strumenti, nel loro insieme, delineano una visione organica della città, che sta lavorando affinché quanto accaduto nel 2013 in cui la sicurezza idraulica si intreccia con una pianificazione sostenibile del tessuto cittadino.