Dagli ormeggi per disabili al cibo, a Olbia come cambiano le regole per le barche

Il nuovo codice della nautica.

Entro il 13 agosto del 2020 dovranno essere emanati i decreti  per la correzione e integrazione del decreto legislativo 229, la riforma del codice della nautica  da diporto. Se ne è discusso sabato 5 ottobre a Olbia durante l’incontro “Come cambia il codice della nautica” organizzato dal deputato M5S Nardo Marino, relatore del provvedimento in commissione Trasporti della Camera, e al quale hanno partecipato numerosi operatori del settore.

La necessità di spiegare i cambiamenti in atto è maturata durante i lavori della IX commissione incentrati sull’Atto specifico di governo e in seguito alle audizioni dei vari portatori di interesse, tra cui l’Ucina che ha avuto un ruolo da protagonista nel varo di questa riforma. Alla platea presente a Olbia Marino, affiancato dal docente di diritto della Navigazione, Giovanni Pruneddu, ha illustrato i cambiamenti significativi del codice della nautica da diporto che influenzeranno l’andamento del comparto, uno tra i più importanti per l’economia della Sardegna. “Il nuovo provvedimento – ha spiegato Marino –  prevede la semplificazione degli atti burocratici che passa necessariamente e finalmente dalla digitalizzazione. A partire dall’istituzione dello Sted, acronimo che sta per sportello telematico del diportista. Si tratta – ha precisato il deputato –  di uno strumento che provvede al rilascio e alla gestione dei documenti per la navigazione e rappresenta il primo passo verso la digitalizzazione”. La semplificazione passa anche attraverso il Siste, il sistema telematico centrale dei registri di iscrizione delle imbarcazioni e delle navi da diporto che sostituirà quelli cartacei. Vengono istituiti, inoltre, l’archivio telematico centrale e un ufficio di conservatoria centrale delle unità da diporto, l’Ucon.  

Tra le novità discusse durante l’incontro sono emerse quelle relative all’esclusione per  i natanti da diporto commerciali fino a dieci metri dall’obbligo di iscrizione all’archivio telematico. Per quanti, invece, praticano il noleggio occasionale scatta un nuovo requisito: chi comanda o conduce l’imbarcazione deve essere in possesso della patente nautica da cinque anni. Una misura che risponde ad esigenze  di sicurezza. Un’altra novità importante riguarda l’obbligo della patente nautica entro le sei miglia dalla costa se a bordo è installato un motore superiore a 900 cc a iniezione a due tempi.

“Il decreto prevede poi la possibilità di introdurre – ha spiegato Giovanni Pruneddu –  l’uso commerciale delle unità da diporto per la somministrazione di cibo e bevande e l’attività di commercio al dettaglio nelle unità da diporto. In futuro – ha continuato il docente dell’università di Sassari- con una specifica proposta di legge del deputato Marino, si cercheranno di introdurre due nuove fattispecie: il noleggio a viaggio e quello crocieristico che consentiranno di adeguare l’impianto normativo alle esigenze di sviluppo socioeconomico”.

In tema di infrastrutture, verrà imposto ai gestori delle strutture per il diporto l’obbligo di riservare spazi per l’accosto  o il rifugio e  ormeggi a soggetti diversamente abili.

Sono state, inoltre, previste modifiche per la patente nautica con l’aggiornamento dei requisiti psicofisici indispensabili al conseguimento della medesima e l’introduzione  di una disciplina per le scuole nautiche con vigilanza amministrativa affidata a Province, Città Metropolitane o Province autonome. In questo schema trovano finalmente collocamento anche le moto d’acqua.

Infine, l’istruttore professionale di vela viene riconosciuto come professione regolamentata con l’obbligo di iscrizione nell’apposito elenco. Il decreto prevede che fino all’effettiva istituzione della figura professionale, le funzioni dell’istruttore professionale siano svolte dagli esperti velisti in possesso dei requisiti indicati  dalla Lega navale italiana e dalla Federazione italiana vela.

Il provvedimento istituisce anche il reato di danno ambientale e la giornata del mare.

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