Il Parlamento cambierà i limiti per la qualità dell’acqua: quella di Olbia peggiorerà ancora
In base ai livelli consentiti di Pfas nell’acqua a Olbia c’è la peggiore di tutto il centro-sud: coi nuovi parametri sarà ancora peggio. Dopo il Decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 13 marzo, ora spetta al Parlamento. L’obiettivo è quello di ridurre i livelli consentiti di Pfas (composti poli e perfluoroalchilici) nell’acqua potabile e inserire limiti per il Tfa (acido trifluoroacetico), la molecola della classe dei Pfas più abbondante sul pianeta e finora non sottoposta a restrizioni. Coi parametri in vigore l’acqua potabile di Olbia è tra le peggiori d’Italia e l’abbassamento dei limiti non potrà che peggiorare la situazione.
“Il decreto arriva in seguito alla diffusione nel gennaio scorso dell’indagine di Greenpeace Italia “Acque senza veleni”, che aveva mostrato una contaminazione diffusa nelle acque di tutte le Regioni italiane – spiegano da Greenpeace -. Con il decreto legislativo 260, il governo Meloni prende finalmente atto che, come da tempo denuncia l’associazione ambientalista, in Italia esiste un problema PFAS di enorme portata che necessita di interventi normativi urgenti e non più rinviabili”.
“Il testo trasmesso al Senato, che dovrà passare al vaglio delle Commissioni parlamentari competenti, introduce un nuovo valore limite per la “Somma di 4 PFAS”, ovvero per quattro molecole di cui è già nota la pericolosità per la salute umana e già incluse nel parere EFSA del 2020 (PFOA, PFOS, PFNA e PFHxS), pari a 20 nanogrammi per litro. Si tratta di un valore limite uguale a quello introdotto in Germania, ma ben lontano da valori più cautelativi introdotti da altri Paesi come la Danimarca (2 nanogrammi per litro) o la Svezia (4 nanogrammi per litro)”.