Giovedì 19 settembre, alle ore 21:00, il Museo Archeologico ospiterà lo spettacolo teatrale “La malattia dell’ostrica” di Claudio Morici. L’evento si inserisce all’interno della rassegna letteraria “Sul filo del discorso”, e si preannuncia un’esperienza unica tra teatro, letteratura e psicologia.
Lo spettacolo parte da una riflessione profonda, espressa attraverso la metafora della perla e dell’ostrica, citando il filosofo Karl Jaspers: “Lo spirito creativo dell’artista può essere metaforicamente rappresentato come la perla che nasce dalla malattia dell’ostrica”. Il concetto di Jaspers sottolinea come la bellezza dell’opera creativa nasca spesso da un disagio interiore, una condizione psichica travagliata che molti grandi scrittori hanno vissuto. Ma Claudio Morici non si limita a una riflessione astratta: con il suo stile ironico e tagliente, scava nelle vite dei giganti della letteratura, svelando il lato oscuro di quelle esistenze che hanno dato vita a capolavori immortali.
Dopo aver studiato numerose biografie per un programma televisivo dedicato ai libri, Morici ha avuto una rivelazione: gli scrittori sono, quasi tutti, “matti”. Traumi infantili, amori non corrisposti, guerre mondiali, miseria, malattie mentali – queste sono le esperienze che hanno segnato le vite di molti autori, come Cesare Pavese, che si tolse la vita in una squallida stanza d’albergo, o Emilio Salgari, che si suicidò in modo tragico. Morici ricorda anche Dino Campana, afflitto da psicosi, Carlo Emilio Gadda, preda di paranoie, e Giovanni Pascoli, il “fanciullino” che in realtà soffriva di alcolismo cronico.
Morici, anche lui scrittore e padre di un bambino di quattro anni con ambizioni creative, si pone un quesito provocatorio: come proteggere il figlio dalla “malattia” della scrittura? Il paradosso di voler vietare al piccolo l’uso della penna e la poesia, mentre si riflette sul potere salvifico dei libri, diventa il motore comico e drammatico dello spettacolo. Claudio ironizza sulla follia di un sistema educativo che costringe milioni di giovani a leggere i flussi di coscienza di persone “gravemente disturbate”, senza riflettere abbastanza sulle implicazioni di queste letture.
Nel corso dello spettacolo, Morici propone rapide schede biografiche degli autori più celebri, con l’intento di smascherare la sofferenza dietro la bellezza delle opere. Tuttavia, nonostante la critica alla “malattia” della scrittura, l’autore riconosce il potere salvifico della letteratura. Gli scrittori, con il loro genio, hanno prodotto perle che ancora oggi ci aiutano a comprendere il mondo e noi stessi. Morici condivide il suo percorso personale di disagio e guarigione, dimostrando come, nonostante le sofferenze, i libri continuano ad essere uno strumento essenziale per affrontare le difficoltà della vita.
“La malattia dell’ostrica” non è solo uno spettacolo teatrale, ma un invito a riflettere sul rapporto tra arte, follia e vita quotidiana. Con la sua solita verve, Claudio Morici accompagna il pubblico in un viaggio attraverso la vita e la mente di scrittori leggendari, senza mai perdere di vista la profondità della questione: perché, nonostante la consapevolezza delle difficoltà mentali degli autori, continuiamo ad affidarci ai loro libri nei momenti di crisi?