Le precisazioni dell’Asl sul bambino di Olbia.
Una famiglia di Olbia sarebbe stata costretta a viaggiare fino a Cagliari per fare le trasfusioni al figlio talassemico “perché a Olbia non c’è più il servizio in Pediatria”. La notizia, riportata da La Nuova Sardegna, ha costretto l’Asl a fare alcune precisazioni.
Il direttore generale della Asl Gallura, Marcello Acciaro, in merito alla vicenda del bambino di Olbia seguito al Microcitemico di Cagliari, ha spiegato che Olbia non è mai stato un centro di riferimento per la Talassemia, settore per il quale sono necessarie specialità, percorsi, competenze e professionalità già individuate nelle sedi di Cagliari e Sassari. “Questa aggressione verbale verso la direzione aziendale della Asl Gallura è, perciò, assolutamente immotivata e confutata dai fatti – dichiara – la nostra Unità Operativa di Pediatria svolge il proprio compito, adoperandosi al meglio per dare una risposta di salute anche nei casi di forte disagio sociale quando viene informata”.
“Il caso citato sul giornale non è un caso conosciuto dalla nostra unità operativa – ribadisce Acciaro -. Se fosse rientrato tra quelli di forte criticità sociale avremmo valutato la presa in carico, come abbiamo fatto in altre occasioni. È da irresponsabili, poi, far percepire come “banale” la procedura della trasfusione per i talassemici, che richiede invece un’attenta analisi e il coinvolgimento di un’equipe sanitaria ben definita nei compiti e nei ruoli, con una collaborazione anche intersettoriale tra la Pediatria e il Centro Trasfusionale. Le nostre porte sono sempre state aperte alle famiglie in stato di disagio. Se i genitori di questo bambino ritengono di rientrare in una situazione di forte difficoltà sociale siamo disponibili ad ascoltarli, ma li invito a diffidare di chi, invece di contribuire a risolvere i problemi, usa queste vicende per raggiungere altri obiettivi”.
