La tabaccheria più antica di Olbia: la storia di zia Anna e di quel suo caratteristico soprannome

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La storia di una delle tabaccherie storiche di Olbia.

Olbia è cambiata parecchio ma a sentire i racconti di Zia Anna “Boccia” sembra di riviverli quegli anni. Zia Anna “Boccia”, al secolo Anna Maria Spano, deve il suo soprannome grazie all'”eredità” di nonno, Salvatore Spano, chiamato “il boccia”.

Lei è olbiese doc e a testimoniarlo è la sua tabaccheria presente in città da un secolo. Quando i confini di Olbia erano delimitati dai passaggi a livello, Michele Reale aprì la tabaccheria al civico 2 di via Regina Elena. “Il mio tabacchino era qui in origine. Qui vengo ogni giorno perché è il luogo a cui sono legata”, racconta Anna Boccia seduta su uno dei tavolini del Caffè Matteotti. “Siamo ai primi del ‘900 ed era la seconda tabaccheria in città”, prosegue zia Anna.

Verso gli anni ’30 l’attività si trasferisce al civico 9 sulla piazza Regina Margherita, affianco al locale che la ospita oggi. Zio Michele Reale si sposò ma non ebbe figli e il tabacchino va in gestione ai nipoti Anna Reale e il marito Salvatore Spano. “Loro erano i miei nonni, poi l’attività è andata in gestione a mio padre Aurelio Spano”, aggiunge zia Anna Boccia.

Per vedere la tabaccheria al civico 5, ovvero dove la conosciamo oggi, bisogna aspettare agli anni ’40. “Mio padre, Aurelio Spano, sposò Teresa Careddu, mia madre ed ebbero cinque figli, tra cui me. Noi non solo avevamo il tabacchino là, ma abitavamo anche nello stesso condominio. Negli anni ’70, precisamente nel 1976 morì mia madre e presi io le redini del tabacchino. Da allora sono diventata zia Anna, anzi zia Anna “Boccia”, soprannome dato a mio padre quando era giovane da un amico piemontese”.

Zia Anna aveva all’incirca una quarantina di anni quando cominciò a gestire la Tabaccheria Boccia al civico 5. Con nostalgia rievoca la bellissima gioventù degli anni 70′, ’80 e ’90. “I ragazzi di Olbia passavano ore in piazza Regina Margherita. Si fermavano con il motorino accanto al tabacchino e molti di loro erano amici dei miei nipoti. Io tenevo spesso i loro libri pesanti, ero diventata un po’ la loro zia – racconta zia Anna– . Li ho visti crescere e molti di loro li riconosco ancora oggi anche se sono cambiati, come è cambiata la città”, prosegue mostrando delle vecchie fotografie che conserva dentro un album che tiene sempre nella sua borsa.

“Una volta davanti al mio tabacchino la strada era libera dai tavolini e si poteva passeggiare tranquillamente. Il centro di Olbia era molto frequentato”, racconta mostrando una foto di una piazza Regina Margherita dell’epoca, completamente diversa. Erano gli anni ’60 e lei ricorda come anni incantevoli. “Noi andavamo a Pittulongu, ma solo dal ’55. Allora per accedere al lido di pagava 20 centesimi e l’autobus che ci portava alla spiaggia ne costava 50”, conclude zia Anna Boccia.   

 

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