La proposta per Palau: “Cala di Trana diventi oasi naturale”

La lettera di un ambientalista di Palau.

Cala di Trana sia un’oasi naturale protetta. Un microambiente sensibile e incontaminato, un’area degna di essere designata come sito d’interesse comunitario. Questo il pensiero di Luciano Trincia, membro del Comitato ambientalista Amici di Talmone e Cala di Trana.

“Ci sono luoghi destinati a entrare nel cuore. Cala di Trana è uno di questi, giardino spontaneo dove mano d’uomo nulla ha potuto per decenni – dice l’ambientalista -. Insieme a Cala Scilla e alle spiagge di Talmone forma tre perle selvagge cadute dal cielo nel territorio di Palau. Un paesaggio incantevole dipinto con tre colori essenziali: il bianco rosato delle rocce di granito, il blu del mare e del cielo, il verde della macchia”.

Se Baunei ha il suo Selvaggio Blu, la Gallura può vantare un tratto di costa che per motivi storici ha finora preservato intatta una straordinaria biodiversità faunistica e ambientale. L’ambientalista avanza così una proposta. “Qui la macchia mediterranea è un manto inestricabile che arriva alle ginocchia – prosegue -. Il sentiero che da Cala Scilla conduce a Cala di Trana e Punta Sardegna è un tripudio di colori e di profumi, fra l’oro intenso dell’elicriso, il fucsia del carpobrotus, il giallo squillante dei ranuncoli e quello più caldo delle ginestre, il bianco dei fiori dell’asfodelo, il viola dei minuscoli fiori del rosmarino, il cui profumo si mescola in estate a quello delicato del mirto e a quello più robusto del leccio”.

“Grazie alla militarizzazione storica e alla totale mancanza di infrastrutture, questo spontaneo paradiso naturale non ha finora subìto alcuna speculazione edilizia improntata alla logica del profitto – dice Trincia -. Nessuna strada asfaltata, nessun esercizio commerciale, neanche un centimetro di cemento o di invasive piste ciclabili, solo spiagge, rocce granitiche, tafoni naturali, macchia mediterranea. L’accesso è solo pedonale, attraverso un antico tracciato militare, aspro e selvaggio sì, ma proprio per questo di una straordinaria bellezza paesaggistica“.

La proposta per l’oasi naturale.

“Se le piante potessero parlare, qui ogni cespuglio avrebbe una storia da raccontare – prosegue Trincia -. Narrerebbe le mitiche imprese di pesca all’aragosta, vantate a inizio Novecento dai militi del locale comando di artiglieria da costa e da fortezza nelle loro lettere ai familiari. O delle incisioni goliardiche sulla roccia granitica risalenti al 1915, in piena guerra mondiale. O degli estenuanti turni di guardia sulla torretta d’osservazione di Monte don Diego, che domina Cala di Trana con vista su tutto l’arcipelago della Maddalena fino alle Bocche di Bonifacio. Rievocherebbe le antiche storie degli anziani del luogo, che scendevano negli anni Cinquanta a Cala di Trana a dorso di mulo, per spensierate scampagnate familiari e feste campestri. O più opportunamente tacerebbe, per lasciare indisturbati i gabbiani reali e i marangoni che si mimetizzano sugli scogli e alzano al vento le ali per asciugare il piumaggio”.

Un microambiente sensibile e incontaminato – continua – quello che si estende da Cala Scilla a Punta Sardegna e comprende le spiagge di Talmone e l’imponente duna di Cala di Trana, determinando un contesto paesaggistico di estremo pregio e infinito valore, non suscettibile a trasformazione antropica. Un’oasi naturale di riequilibrio ecologico degna di essere designata come Sito d’interesse comunitario, vista la qualità e la rarità di questo habitat utile al mantenimento della biodiversità”.

“Si dirà: ma i tempi cambiano e il turismo è una risorsa chiave per tutto il territorio – aggiunge -. E allora perché non ripensare la propria offerta turistica in chiave ecologica? Non per operazioni di facciata, greenwashing gestionali o altre vanterie pseudo ecologiste. Ma con una reale attenzione al rapporto fra presenza umana e territorio, per una efficace salvaguardia dell’ambiente naturale. Con una saggezza insolita, sulla scia di quanto avviene oltralpe, molti Comuni d’Italia hanno intuito le enormi potenzialità delle vacanze green sostenibili. Optano quindi per una diversificazione della propria offerta turistica, offrendo al visitatore, italiano o europeo che sia, la possibilità di associare il proprio soggiorno di vacanza alla tutela dell’ambiente e del territorio”. 

“E’ questo ormai un trend affermato, come testimoniano recenti studi sul turismo escursionistico ed ecosensibile: viaggiare sì, ma in modo attento e consapevole. Rispettare in Gallura questo delicato ecosistema, evitare lo sfruttamento indiscriminato di Cala di Trana e della sua costa, significa quindi venire incontro a questa nuova tendenza per vacanze consapevoli, con fruttuose ricadute anche sul piano della diversificazione dell’offerta turistica. Un progetto di rilancio e valorizzazione che può giocare le sue carte non attraverso manufatti e infrastrutture, ma in direzione di un futuro necessariamente più innovativo, etico e sostenibile. E proprio per questo capace di attrarre nuove presenze turistiche di quella fetta sempre più larga di viaggiatori che sceglie le proprie vacanze all’insegna della sostenibilità, che cerca luoghi affascinanti, unici e isolati da raggiungere con il semplice camminare con lo zaino in spalla. Patrimoni naturali, selvaggi e incontaminati, come Talmone e Cala di Trana“, conclude.

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