La misteriosa morte di Manuela Murgia.
Era il 5 febbraio 1995, quando fu scoperto il corpo senza vita di Manuela Murgia, in fondo al canyon di Tuvixeddu, a Cagliari, nella più grande necropoli punica del Mediterraneo. La ragazza era scomparsa il giorno precedente dopo essere uscita di casa per incontrare qualcuno. A distanza di 30 anni, la sua morte resta avvolta nel mistero, ma il caso è stato riaperto.
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Più volte il caso fu archiviato come suicidio, ma i familiari non hanno mai creduto a questa versione e la famiglia si è sempre battuta per nuove indagini. Nel 2024 aveva presentato un’istanza per la riapertura del caso, respinta dalla Procura di Cagliari.
Ora, però, gli avvocati Giulia Lai e Bachisio Mele hanno avanzato una nuova richiesta, supportata dalla consulenza del medico legale Roberto Demontis. Stando alla perizia, Manuela non è morta per suicidio, perché ha lesioni compatibili con un incidente stradale e una violenza sessuale. Sotto i jeans, la ragazza indossava i pantaloni del pigiama, quindi il corpo sarebbe stato rivestito.
L’adolescente sul tavolo della cucina, aveva lasciato un rossetto e un profumo e un testimone racconta di averla vista salire su un’auto e allontanarsi prima di scomparire. Si ipotizza, dunque, che il corpo della ragazza sia stato trascinato nel canyon dopo il decesso.
Durante la trasmissione Detectives di Rai2 è emerso un dettaglio inquietante, ovvero che prima della morte Manuela era perseguitata telefonicamente da qualcuno. La 16enne era terrorizzata da quelle chiamate, inoltre, i familiari avevano scoperto che la ragazza nascondeva somme di denaro. Questo particolare aveva già portato a un tentativo di riapertura del caso nel 2012, ma senza esiti concreti.