Sardegna esempio virtuoso di salubrità ambientale: nel 2020 nessun superamento dei livelli massimi di PM10

La Sardegna, si sa, è una terra ricca di eccellenze, e l’isola rappresenta un vero e proprio esempio virtuoso a livello nazionale anche per quanto riguarda la qualità dell’aria.

La salubrità dell’aria è un aspetto di indiscussa importanza per il benessere di chi vive i luoghi, un fattore per il quale tantissime regioni italiane, soprattutto del Nord Italia, non eccellono affatto.

Ma quali sono i parametri sulla base di cui si può valutare tale aspetto?

Il PM10: il nemico della salubrità dell’aria

Per valutare la salubrità dell’aria si considera il cosiddetto PM10, ovvero una delle polveri sottili più inquinanti e pericolose in assoluto.

Il PM10 può avere diverse origini: esso viene generato dalle industrie, ad esempio, ma anche il semplice riscaldamento domestico può favorire la sua diffusione nell’aria del luogo, soprattutto se si utilizzano dispositivi ormai obsoleti.

La pericolosità del PM10 è legata al fatto che queste polveri, essendo sottilissime, vengono inalate molto facilmente, e insinuandosi nei polmoni possono divenire causa di patologie più o meno serie; è stata purtroppo dimostrata la correlazione tra alti livelli di PM10 nell’aria e l’insorgere diffuso di patologie tumorali, le quali si manifestano con maggiore frequenza, appunto, nelle aree in cui l’aria è poco salubre.

La pericolosità di simili polveri è confermata anche dal fatto che nelle industrie in cui si producono tali emissioni devono essere seguite delle procedure specifiche per evitare rischi per la salute dei lavoratori: in simili casi è disposto, ad esempio, che si utilizzino specifici aspiratori industriali quali quelli proposti da Delfinvacuums.

Le soglie che non dovrebbero essere superate

Alla luce di questo, dunque, quello di ridurre le quantità di PM10 nell’aria è divenuto un obiettivo comune in tutta Italia, come anche all’estero, e in tale ottica è stata fissata una soglia che non dovrebbe mai essere superata, ovvero quella di 50 μg/m3.

SNP Ambiente, ovvero Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente, ha recentemente reso noti sul proprio sito Internet ufficiale dei dati relativi all’anno 2020, specificando quali sono state, nell’anno in questione, le località italiane che hanno sforato il limite di cui si è detto.

A livello generale, purtroppo, le cifre non sono confortanti: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, ha stabilito che per mantenere delle condizioni di salubrità sufficienti non bisogna eccedere i 35 superamenti annui, tuttavia si è ancora ben lontani da tale soglia, dal momento che nel 2020 se ne sono registrate 155 nell’intero Paese.

È soprattutto il bacino padano ad aver rappresentato, da questo punto di vista, l’anello debole: su 534 stazioni complessive, 131 hanno superato tale soglia nel corso dell’anno.

Le statistiche presentate dal Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente

Come si diceva, la Sardegna rappresenta un’autentica eccellenza da questo punto di vista: l’isola sarda è infatti una delle poche regioni a non aver registrato alcun superamento nelle proprie stazioni di controllo durante l’anno, e questo è senz’altro un motivo di vanto.

Unitamente alla Sardegna, ad essere state prive di superamenti sono state, nel 2020, anche l’Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Liguria, le Marche, la Puglia e la Valle d’Aosta, mentre tra le regioni dove questo problema ambientale è particolarmente grave si segnalano la Lombardia, con ben 55 superamenti annui, il Veneto con 27, l’Emilia Romagna con 24 e il Piemonte con 20.

Si auspica che la situazione ambientale relativa alla presenza di PM10 nell’atmosfera possa migliorare a livello nazionale, e che si possa presto rientrare nei limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per ora tuttavia è doveroso sottolineare come la Sardegna rappresenti un vero esempio virtuoso di ecosostenibilità.

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