Addis sostituisce Biancareddu: sarà sindaco di Tempio fino alle prossime elezioni

In attesa delle elezioni per Tempio.

A breve sarà l’attuale vicesindaco di Tempio, Gianni Addis, a presiedere la Giunta comunale fino al rinnovo degli organi politici della città. A partire dalla prossima settimana, infatti, decorre il termine per l’opzione di Andrea Biancareddu tra la carica di consigliere regionale e quella di sindaco di Tempio Pausania.

A quasi quattro anni di mandato, il rinnovo anticipato per l’amministrazione tempiese non arriverà nella finestra amministrative-europee, anche a causa del forte ritardo accumulato nelle procedure di spoglio e nella conseguente proclamazione degli eletti.

La prima seduta del Consiglio regionale è in programma per giovedì prossimo con il giuramento dei consiglieri e assessori regionali e le comunicazioni del presidente della Regione. La prima seduta verrà presieduta dal consigliere più anziano di età e collega di partito di Biancareddu, Giorgio Oppi, per poi procedere all’elezione del presidente del Consiglio regionale a maggioranza dei due terzi dei votanti.

Sul fronte cittadino Gianni Addis, vicesindaco da giugno 2018 in seguito alla rottura Biancareddu-Aisoni, si appresa a governare e traghettare la città verso nuove elezioni. Tornata elettorale che potrebbe vedere proprio Addis – politico di lungo corso anch’egli nelle fila dell’Udc  – correre per la carica di sindaco, questa volta con investitura popolare, nello schieramento di centrodestra. Nelle elezioni comunali del 2015 Addis ottenne 604 preferenze.

A circa un anno dalla fisiologica scadenza del mandato e con pochi mesi per un’elezione anticipata, la mancata finestra elettorale primaverile consente alle forze politiche una maggiore organizzazione in vista di un rinnovo cruciale. L’effetto traino del centrodestra a Cagliari potrebbe giocare un ruolo determinante, ancor più se Biancareddu la prossima settimana dovesse ottenere l’incarico di assessore nella giunta sarda del presidente Solinas. Elezioni comunali delicate anche alla luce del forte astensionismo che aveva caratterizzato il voto del 2015 che avevano visto un crollo dell’affluenza rispetto al 2010.

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