Ad Arzachena riparte il Puc delle polemiche e delle divisioni

Nuova adozione, tra polemiche e divisioni, per il Puc di Arzachena

La riadozione del Puc di Arzachena ha generato ancora divisioni tra la maggioranza e l’opposizione, a un anno di distanza. La votazione di ieri ha visto la maggioranza approvare il piano in solitudine, mentre i consiglieri di minoranza hanno abbandonato l’Aula. La prima adozione del Puc era arrivata l’anno scorso in pieno agosto, sempre tra le polemiche dell’opposizione. Poi c’era stata una pioggia di osservazioni e a fine febbraio la decisione di fare marcia indietro e puntare su una nuova adozione. Sono state presentate 511 osservazioni dai cittadini, 200 quelle non accolte.

Il sindaco Ragnedda e il Puc di Arzachena

“Le 311 modifiche accolte sono quelle in linea con le condizioni idrauliche del territorio, con i dettami del PPR e con gli obiettivi alla base del piano – aveva spiegato il sindaco Roberto Ragnedda -. Quali? Ad esempio limitare il consumo o lo spreco di suolo; riequilibrare le zone di espansione tra centro, frazioni coste ed entroterra; incrementare l’offerta di aree da destinare ad attività produttive; favorire l’edilizia sociale a costi calmierati”.

L’assessore Malu: “Arzachena se lo merita”

“Riapriamo i termini delle osservazioni proprio per cercare di limare quelle problematiche che innegabilmente in un territorio di 230 chilometri quadrati ci possono essere delle difformità di perimetrazione.” Così ha detto in Aula l’assessore all’Urbanistica, Alessandro Malu. “Ma ben vengano. Per questo motivo che stiamo riaprendo. Le scelte politiche le abbiamo fatte in un’ottica di scienza e coscienza. Anche in un’ottica di potere pensare che questo piano venga definitivamente approvato perché Arzachena se lo merita“.

L’opposizione di Fresi: “Siamo punto e a capo”

“Se la prima adozione, che è stata fatta ad agosto, è stato un pasticcio, diciamo che quella di ieri è stato un pasticcio ancora più grande – attacca Fabio Fresi dai banchi dell’opposizione -.Perché non tiene conto del percorso normativo previsto per la formazione degli atti di pianificazione e perché c’erano tutta una serie di rilievi anche da parte della Provincia, della prima adozione. Dicevano che non andavano bene alcune zone B e alcune zone C. Cioè ci sono proprio dei motivi ostativi che sono già stati manifestati precedentemente e infatti l’amministrazione si è ritrovata dopo un anno punto e a capo. Dovendo fare ora spendere soldi ai cittadini perché si riapre nuovamente la fase di osservazione. Come gli avevamo detto ad agosto del 2024 la prima adozione l’avrebbe demolita la Provincia perché non rispettavano quello che è il dettato normativo”.

La consigliera Pileri: “Illegittima anche la convocazione”

“Innanzitutto ci sono dei profili di illegittimità che riguardano la stessa convocazione consiliare – sostiene Francesca Pileri -. Per un argomento così ampio di sicuro non ci può essere la convocazione consiliare dal mercoledì sera a lunedì mattina. Noi consiglieri di minoranza riteniamo che dovesse essere trattato in una seduta ordinaria poiché non c’era il carattere dell’estrema urgenza. Quindi sarebbero dovuti decorrere i cinque giorni e non tre. Sono centinaia di tavole e documenti che ci sono stati dati tra mercoledì e giovedì”.

“Riteniamo ci sia una illegittimità e la mancata possibilità di visionare i documenti e di poter interloquire.
Tutto questo si poteva risolvere se avessero costituito le commissioni consiliari, come quella Urbanistica – conclude la consigliera d’opposizione -. Così avremmo potuto avere magari il tempo e l’opportunità di confrontarci con i colleghi della maggioranza e con gli uffici”.

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