L’area Covid dell’ospedale di Olbia.
Anche se il Giovanni Paolo II di Olbia non è stato identificato come ospedale Covid la struttura si è adeguata per garantire la sicurezza e per seguire i pazienti che arrivano e che sostano nell’Area Isolamento.
Detto anche “Covidario” si tratta un’area dell’ospedale olbiese in cui vengono posti i pazienti sintomatici per patologia da coronavirus in attesa di trasferimento verso ospedale Covid, e dove ricevono le prime ed essenziali cure. L’area, attrezzata per un massiccio afflusso di pazienti, inizialmente allestita per 8 posti letto e poi estesa fino agli attuali 18, consente la gestione di pazienti ad intensità di cure variabili, da bassa ad alta, consentendo un precoce avvio del percorso terapeutico in ambiente sicuro.
Con il coronavirus quasi il 40% di accessi in meno al Pronto Soccorso di Olbia
Dal 25 ottobre, data in cui è stata riattivata, sino al 4 dicembre l’Area isolamento ha registrato il passaggio di 143 pazienti affetti da patologia coronavirus, di questi 19 dopo i trattamenti ricevuti, in seguito al miglioramento del loro quadro clinico con stabilizzazione dei parametri vitali, sono stati dimessi e passati incarico all’Usca con la prosecuzione al proprio domicilio delle terapie e dell’osservazione clinica.
Dieci pazienti sono deceduti, 17 trasferiti al Mater Olbia, due trasferiti nella Rianimazione dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia. Gli altri, in seguito alla disponibilità dei posti letto, trasferiti in un ospedale Covid, principalmente nel Nord Sardegna.
“La collaborazione con la popolazione, il rapporto strutturato e continuo con le istituzioni, insieme ad atteggiamenti responsabili e messaggi univoci che favoriscano nei cittadini la necessaria fiducia, oltre all’incessante lavoro degli operatori sanitari coinvolti in questa battaglia, sono la strada per reagire alla pandemia in corso”, commenta il direttore della Assl di Olbia Paolo Tauro.