Il bullismo corre anche sul web, Olbia la città più colpita dal fenomeno

Boom di cyberbullismo a Olbia e in Gallura.

E’ boom di episodi di bullismo in Sardegna, dove Olbia dopo Cagliari è la seconda città più colpita dal fenomeno. Non solo risse davanti alle scuole, nei parchi e sulle strade, che diventano un ring da parte di adolescenti o giovanissimi. Oggi il disagio giovanile ha un altro palcoscenico: quello dei social network.

Il cyberbullismo non è certamente una novità, tuttavia in questo periodo sono in crescita i comportamenti violenti di ragazzi sempre più giovani, favoriti soprattutto dalle numerose app che si possono trovare sul web e che garantiscono l’anonimato. A raccogliere i dati di questo crescente e preoccupante fenomeno è Luca Pisano, psicologo e direttore dell’ “Osservatorio Cybercrime Sardegna”, riconosciuto come ente specializzato che farà parte del Tavolo di coordinamento regionale, dopo l’approvazione della legge apposita dalla Regione.

Sono sempre più giovani gli autori del cyberbullismo, addirittura pre-adolescenti ovvero in quella fascia di età che va dagli 11 ai 13 anni. Si appoggiano a diverse app che garantiscono l’anonimato e proprio per questo diffondono pettegolezzi e sberleffi, protetti dalla privacy fornita da questi sistemi. “A Olbia come a Cagliari, i ragazzi utilizzano, senza avere ottenuto il consenso il logo di Webboh – spiega Pisano – un giornale web di gossip sui personaggi dei social. Attraverso questo o ‘spottano’ qualcuno, oppure attuano comportamenti di cyberbullismo. Oltre a questo fanno riferimento ad altri sistemi, come profili come “ngl”, accompagnato al nome della città, ricorrendo a questa per ottenere un link da postare sulla loro pagina Instagram – ad esempio ‘Webboh Olbia’ -. Attraverso queste, i follower possono inviare messaggi anonimi indicando il nome e cognome di qualcuno e poi i contenuti offensivi vengono postati nelle storie“.

Decine i ragazzini diffamati attraverso i social. Su questi volano offese come “Federica X di Olbia tradisce Marco” e pettegolezzi di ogni tipo. Molti genitori non conoscono le insidie dietro il web, complice anche il gap generazionale sull’uso di internet. “Attraverso questi comportamenti si vanno a creare gravi conflitti – dichiara il direttore dell’osservatorio -. I giovanissimi usano male, anche se consapevolmente, questi sistemi per danneggiare i coetanei. L’unica soluzione è che i genitori proteggano più i loro figli, che si affacciano sui social in età molto giovani quando le app non permettono l’accesso sotto i 14 anni. Noi stiamo organizzando dei corsi anche digitali per far comprendere agli adulti i pericolo dietro internet. A livello politico è difficile poter arrivare ad azioni che portino ad oscurare le applicazioni che garantiscono l’anonimato. Sia a livello nazionale ed europeo, infatti, non c’è un intervento forte poiché spesso la politica si allinea con l’industria del digitale piuttosto che alla protezione dei più giovani”.

Cosa prevede la nuova legge regionale contro il bullismo.

Recentemente la Regione ha approvato all’unanimità la legge contro il bullismo e il cyberbullismo. Il nuovo strumento legislativo, volto finanziare enti, scuole e istituzioni per combattere il fenomeno, era stata presentata già nella scorsa legislatura dal centrosinistra e aveva già ottenuto l’unanimità dalla commissione. Il fine è quello di rafforzare quella nazionale, che risale al 2017 e mette a disposizione della Regione circa 600mila euro per il triennio 2022-25 per le scuole, i Comuni, le aziende del servizio sanitario regionale, gli enti, le associazioni sportive dilettantistiche, gli istituti penali minorili e i liberi professionisti pedagogisti e psicologi.

I finanziamenti riguardano l’attuazione di campagne informative e corsi di formazione contro il bullismo, educando giovani e genitori all’uso responsabile di internet. Tra i progetti ci saranno anche quelli rivolti all’educazione alla legalità, al rispetto delle differenze, comprese quelle sessuali, oltre all’educazione all’affettività. Gli incentivi riguardano anche il sostegno psicologico alle vittime e il recupero degli autori e degli spettatori, coinvolgendo anche le loro famiglie attraverso figure professionali competenti.

Grazie ai fondi, nelle scuole in Sardegna nasceranno gli sportelli di ascolto in ogni istituto, con un sostegno psicologico e pedagogico, individuale, collettivo e familiare. Sarà sensibilizzato anche il personale sanitario, con la formazione di equipe multidisciplinari specializzate nella prevenzione del bullismo. Con la nuova legge ci sarà anche un tavolo di coordinamento sul bullismo e cyberbullismo nell’assessorato all’Istruzione e Politiche giovanili.

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