Cinghiali sempre più sfrontati a Olbia: Ecobox coi rifiuti preso d’assalto

Sempre più problemi con i cinghiali a Olbia, anche all’Ecobox

I cinghiali sono ormai di casa a Olbia, preso d’assalto anche l’Ecobox e i residenti non ne possono proprio più. Prima l’inseguimento di un giovane, che ha potuto mettersi in salvo lanciando contro il grosso ungulato alcuni vasetti che si trovavano sul muro di cinta di un’abitazione. Poi l’attacco mortale che è costato la vita a Mali, il cagnolino di Anna Porcu, deceduto dopo qualche ora di agonia a causa delle ferite riportate.
La paura dei residenti aumenta e la protesta si fa più serrata. La petizione lanciata dall’avvocato Cicoria ha raggiunto e superato le mille firme, ed ora c’è anche una pagina Facebook, Emergenza cinghiali e rifiuti su olbia – per restare informati sull’evolversi dell’urlo cittadino. Qui gli aggiornamenti arrivano quotidianamente, tra avvistamenti di cinghiali e scatti fotografici di varia immondizia abbandonata dagli incivili in tutto il territorio urbano e periurbano.

E del 31 maggio alle ore 21:30 l’ultimo avvistamento presso l’isola ecologica in piazzale Girardengo. Era stata appena ripulita con grande soddisfazione dei residenti e in poche ore era già piena di rifiuti lasciati all’esterno. Purtroppo pare che l’ecobox verrà chiuso come conseguenza dell’inciviltà dilagante. Questa decisione dell’amministrazione comunale pare non riscuotere l’apprezzamento degli abitanti di Poltu Quadu, soprattutto per la mancanza di proposte alternative. Meglio sarebbe se si puntasse sulla vigilanza e su una informativa più esplicativa dell’utilizzo dell’isola ecologica. Sarebbe anche utile ricordare la presenza delle telecamere a tutti coloro che trattano le isole ecologiche come un immondezzaio.

Gli episodi precedenti

I recenti gravi episodi sono seguiti a quello accaduto alla signora Rita lo scorso marzo, quando, per difendere il suo cagnolino, uno dei cinghiali la ferì ad una gamba, causandole un taglio che richiese nove punti di sutura. Un altro grave episodio grave episodio risale al 9 aprile, quando il cagnolino di Serena, portato a spasso da sua madre 76enne, era stato brutalmente attaccato da due grossi cinghiali, azzannato, trascinato per decine di metri e infine scaraventato nei cespugli. Il cagnolino era riuscito a scappare grazie alla prontezza di riflessi della sua accompagnatrice. Aveva dovuto essere sottoposto ad un intervento per la lesione della parete addominale. “A tutto c’è un limite” queste le parole di Serena “E’ giusto proteggere questi animali selvatici, ma questo non deve comportare un rischio per la nostra vita e quella dei nostri animali domestici”.

Un altro episodio aveva avuto Roberta come protagonista “Noi non stiamo vivendo più, ho una bambina di due anni e un cagnolino, da quando hanno tentato di attaccarlo non ho più il coraggio di uscire di casa”. Roberta racconta l’episodio concitato di cui era stata vittima “sono dei killer, individuano la preda e in branco compiono l’attacco, incuranti della presenza delle persone”. Anna, ancora sconvolta dalla drammatica perdita del cagnolino Mali, la cui immagine campeggia sulla nuova pagina Fb accanto ad un cuore spezzato, ha paura ma non chiede l’abbattimento dei cinghiali. E’ questo il pensiero comune: non si vuole l’uccisione dei cinghiali ma un intervento risolutivo delle autorità che allontanino questi animali selvatici dall’abitato.

Il vero problema: i rifiuti abbandonati

I rifiuti sono l’esca dei cinghiali, è inutile cercare altri motivi per cui i cinghiali si avventurano nei centri abitati. Parlando con i residenti si capisce che non c’è odio verso questi animali. Tutti sono consapevoli della loro natura selvaggia che li spinge a cercare cibo ovunque.
Queste sono alcune proposte dei residenti:

Aumentare la frequenza dei ritiri
Con questa premessa, un primo passo da parte dell’amministrazione comunale, sostengono molti residenti a Poltu Quadu, potrebbe essere quello di chiedere alla De Vizia una frequenza maggiore nel ritiro dei rifiuti nei quartieri interessati dalla presenza di questi grossi suidi.

Ridurre il tempo tra esposizione e ritiro dei mastelli
Altri propongono la drastica riduzione del tempo tra l’esposizione dei mastelli e il ritiro da parte della De Vizia (attualmente restano esposti tutta la notte). In questo modo, sostengono, i cinghiali avrebbero più difficoltà a procacciarsi il cibo.

Ripristino e consolidamento delle recinzioni
Le recinzioni sono già presenti nella zona ma sono divelte in molti punti, e dovrebbero essere ripristinate e rinforzate, allo scopo di impedire o quantomeno limitare la presenza dei cinghiali.

Sensibilizzare sull’importanza del corretto smaltimento
Altri ancora suggeriscono di sensibilizzare la comunità sull’importanza di smaltire correttamente i rifiuti, evitando di abbandonarli per strada o nelle vicine campagne. Forse in troppi non sanno che la De Vizia raccoglie i rifiuti ingombranti con una semplice richiesta telefonica.

L’amministrazione comunale sta lavorando ormai da molto tempo per elaborare un’azione risolutiva, ma occorre agire in sinergia con la Regione. Soltanto un intervento concreto e coordinato potrà risolvere definitivamente questa difficile situazione che sta creando grande preoccupazione. Bisogna agire presto, perché i cinghiali sembrano acquisire maggiore sicurezza e coraggio. Come ha affermato l’avvocato Christian Cicoria, promotore della petizione: “Il cane della signora è stato ucciso sull’uscio di casa, non nel boschetto della periferia”.

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