L’approvazione del Puc a Olbia.
A Olbia ieri è stato approvato il nuovo Puc, dopo tre tentativi dal 2004. La nuova versione del piano urbanistico ha ottenuto via libera definitivo al Consiglio comunale ieri pomeriggio, 12 maggio. Con l’approvazione del nuovo piano si è aperta così una nuova fase per Olbia, che avrà finalmente una crescita pianificata.
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Il nuovo Puc ha diviso la minoranza, con il Pd che ha espresso i suoi malumori, mentre il gruppo Liberi, con la voce di Eugenio Carbini lo ha definito un Puc di sinistra, per il no al progetto di Costa Turchese, che prevedeva una colata di cemento a Capo Ceraso. Il piano arrivava dopo un lungo iter iniziato nel 2004 e che aveva ricevuto 167 pagine di osservazioni dalla Regione ed è stato approvato con 21 voti favorevoli della maggioranza, 16 no del Pd e no dei Liberi e 5 no del M5s.
Cosa è il Puc.
Il PUC, Piano Urbanistico Comunale, è uno strumento fondamentale per la pianificazione e regolamentazione del territorio a livello comunale. Questo piano definisce l’uso del suolo, le zone residenziali, commerciali, agricole e industriali, nonché le normative relative alla costruzione di edifici, alla tutela dell’ambiente e alla gestione delle risorse naturali. Ogni comune in Sardegna ha un proprio PUC che deve essere in linea con le direttive regionali e nazionali in materia di urbanistica.
Prima dell’adozione del Puc, Olbia, come molte altre città, si trovava a dover affrontare la crescita urbana e le necessità di sviluppo senza uno strumento di pianificazione ben definito. Ciò significava che la gestione del territorio era spesso caratterizzata da un approccio meno organico e più frammentato.
Prima dell’adozione del Piano Urbanistico Comunale (PUC), Olbia affrontava una crescita disordinata e frammentata. L’espansione urbana era meno coordinata, con la costruzione di edifici in aree non idonee, come terreni agricoli o zone protette, con impatti negativi sull’ambiente. Le infrastrutture erano insufficienti in alcune zone, e lo sviluppo non sempre rispettava le necessità di servizi essenziali. Inoltre, la crescita della città non era omogenea, creando disagi sociali e separando aree residenziali e commerciali senza un piano organico. Il turismo, pur essendo una risorsa per la città, non era sempre gestito in modo sostenibile, aumentando la pressione su aree già fragili, come la costa. Senza una pianificazione chiara, c’erano anche conflitti tra sviluppo e tutela del patrimonio storico e naturale.
Cosa cambia con il Puc.
Olbia si atteneva al Piano di Fabbricazione, uno strumento che regolava l’edificazione e l’uso del suolo, ma questo piano era più limitato rispetto al PUC. Sebbene fosse utile per stabilire le normative edilizie, non offriva una pianificazione integrata e sostenibile come il PUC, che ha una visione più ampia e orientata alla crescita equilibrata e alla protezione dell’ambiente. Pertanto, il Piano di Fabbricazione risultava insufficiente per gestire la complessità dello sviluppo urbano di Olbia.
L’approvazione del Puc di Olbia segna una svolta significativa nella pianificazione urbana della città, introducendo numerosi cambiamenti rispetto al passato. Ci sarà dunque uno sviluppo sostenibile della città di Olbia, riducendo l’espansione urbana prevista, con una crescita nei prossimi 10-15 anni. Particolare attenzione del nuovo piano è rivolta alla tutela delle aree agricole e delle frazioni, limitando l’urbanizzazione in zone come Porto Rotondo e San Pantaleo per preservarne l’identità storica e culturale.
Il centro storico di Olbia cambierà ed è prevista la riqualificazione come è previsto anche dopo l’approvazione del Piano Particolareggiato. Ciò stabilisce regole precise su demolizioni, materiali, tinteggiature e arredi urbani, con l’obiettivo di conservare l’identità architettonica e paesaggistica dell’abitato. Per quanto riguarda la nascita di nuove infrastrutture, ci sarà spazio per l’allungamento del tunnel che collega il centro con l’aeroporto, abbattendo le sopraelevate. Con la pubblicazione della variante al PAI, sono state ridotte le aree a rischio idraulico, liberando spazio per lo sviluppo urbano.