La violenza sulle donne non si ferma a Olbia.
È un autunno terribile per le donne a Olbia, a causa dell’aumento della violenza domestica. In poche settimane sono tre i casi più gravi, finiti con l’arresto di ex e mariti, per gli stessi reati e c’è anche un tentato femminicidio, avvenuto venerdì sera in città, fortunatamente fermato grazie ai militari della Sezione Radiomobile di Olbia.
Pochi giorni fa è stato emesso un provvedimento di allontanamento dalla casa famigliare per un marito che, ubriaco, avrebbe picchiato più volte e minacciato con un’accetta e un coltello moglie e figli nella loro casa a Olbia. Stando alle accuse, gli episodi sono più di due e la donna avrebbe subito maltrattamenti domestici per anni.
Recente è anche il decreto di giudizio immediato e della misura di divieto di avvicinamento alla vittima per un medico di 54 anni, che quale mese fa si era recato a casa della sua ex moglie e l’avrebbe picchiata, procurandole anche un trauma cranico. La donna sarebbe stata anche afferrata dal collo. Le indagini, anche in questo caso sono condotte dai carabinieri di Olbia. Per entrambi i casi è stato attivato il codice rosso.
Anche a Olbia la violenza di genere è fortemente in crescita, con casi veramente gravi, che fanno riflettere sulla situazione dei diritti delle donne anche in città, non sempre rispettati, sopratutto nelle relazioni affettive. Relazioni in cui il potere si basa ancora sul ruolo subordinato della donna, rafforzato da modelli culturali e stereotipi di genere. La violenza di genere, come in molte aree del mondo, è infatti conseguenza delle discriminazioni di genere e della disparità di potere, spesso economico e sociale tra i due generi.
Ad esempio, nell’Isola, poco meno della metà delle donne è in possesso di un’occupazione, attestandosi al 49,7%, quasi 7 punti meno della media nazionale (56,5%) e un divario di 20,5 rispetto a quella europea (70,2%). Olbia se la spassa meglio con 3.7 punti in più della media nazionale sull’occupazione femminile (60,2%), ma 10 posizioni sotto la media europea e con un divario occupazionale di 14,89 punti rispetto a quella maschile (75,09%).
Diversi studi hanno dimostrato quanto è importante l’indipendenza economica delle donne per mettere fine agli squilibri di potere tra uomo-donna, per prevenire gli abusi e incoraggiare le denunce. Si può dire che la dipendenza economica dal partner sia una delle cause di vittimizzazione primaria delle donne. Per questo motivo il Reddito di Libertà rappresenta uno degli strumenti efficaci per prevenire il femminicidio.
Sei femminicidi in Sardegna nel 2024.
La violenza sulle donne e il femminicidio sono in preoccupante crescita in tutta la Sardegna. Proprio ieri sera un uomo avrebbe sequestrato e violentato la sua ex nell’hinterland di Cagliari e nell’Isola è salito in modo vertiginoso anche il numero dei femminicidi, collocandosi tra le prime regioni in Italia per numero di donne uccise. Nel 2024 sono sei i casi nella regione, mentre lo scorso anno erano tre. Più recente è la strage di Nuoro, dove un marito e padre di famiglia ha ucciso la moglie, due figli, il vicino e ferito gravemente anche l’altro. Poi si è recato a casa della madre, tentando di assassinarla e si è suicidato.
Oltre a Martina Gleboni e Giusy Massetti, a Nuoro, nell’Isola sono state uccise altre 4 donne. Sono Ignazia Tumatis, Francesca Deidda, Maria Atzeni, Maria Dolores Cannas, che vivevano in provincia di Cagliari. Gli assassini, come in altre parti d’Italia, sono spesso il partner e in secondo luogo il figlio maschio o i genitori della vittima. A causa della preoccupante crescita dei femminicidi, la Regione ha recentemente stanziato finanziamenti nel contrasto della violenza di genere. Infatti, come nel resto del Paese, sebbene il numero degli omicidi sia ancora molto alto, anche nell’Isola è in diminuzione. Quello dei femminicidi, invece, a differenza del resto d’Italia, che resta stabile, è perfino in incremento. Le cause? La cultura del possesso e del dominio che in Sardegna, come nel resto del mondo, è ancora viva e un fenomeno recente, quello dell’emancipazione delle donne, non ancora accettato.






