Ebola, procedure sanitarie tra le polemiche a Sassari e Olbia

Polemiche sulle procedure sanitarie sull’ebola a Sassari e Olbia,

La recente attivazione delle procedure sanitarie per il monitoraggio di un cooperante internazionale rientrato a Olbia dopo una missione in Uganda acceso il dibattito riguardo alle capacità del reparto di Malattie infettive dell’Aou di Sassari, l’unico in Sardegna dotato di stanze ad alto biocontenimento. Il caso, che coinvolge un professionista impegnato nella costruzione di un ospedale in Uganda, ha messo in luce le criticità legate all’efficacia delle strutture sanitarie e alle risorse dedicate al trattamento di malattie infettive potenzialmente letali come l’ebola.

Interviene il sindacato Anaao Assomed.

Secondo il sindacato dei dirigenti medici Anaao Assomed, che ha sollevato il caso, le stanze ad alto biocontenimento disponibili presso il reparto di Malattie infettive sarebbero insufficientemente attrezzate. In particolare, il sindacato ha evidenziato la mancanza di percorsi sicuri per il trasporto dei pazienti, l’assenza di un laboratorio attrezzato e la carenza di dispositivi di sicurezza e personale specializzato per gestire un eventuale focolaio di Ebola. Accuse che hanno immediatamente suscitato una risposta da parte della direzione dell’ospedale.

Le dichiarazioni del direttore del reparto di Malattie infettive.

Il direttore del reparto di Malattie infettive, Sergio Babudieri, ha contestato le dichiarazioni del sindacato, ribadendo che non esistono problematiche strutturali nell’ambito del reparto e che, al contrario, il personale è impegnato quotidianamente per garantire il corretto funzionamento delle strutture. Babudieri ha ricordato con orgoglio che, nel 2015, l’ospedale aveva gestito con successo un caso di ebola, diventando l’unico centro nazionale a trattare un paziente senza causare alcun contagio.

Le autorità sanitarie hanno trattato con la massima attenzione la vicenda del cooperante, che al momento non presenta alcun sintomo di ebola. Il professionista, rientrato a Olbia dopo aver operato come tecnico in Uganda per la costruzione di un ospedale da parte di un’organizzazione non governativa, è stato immediatamente posto sotto monitoraggio dal servizio di Igiene della Asl, in ottemperanza alle direttive nazionali per il contenimento dell’epidemia da ebola. Il cooperante, che non ha avuto contatti diretti con operatori sanitari, pazienti o persone a rischio di contagio, dovrà rimanere sotto osservazione fino al 20 aprile, come previsto dalle procedure sanitarie.

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