L’allarme dalle aziende in Gallura.
In Sardegna non si trovano figure professionali, con la Gallura che è al secondo posto tra le province dell’Isola. Nel territorio il 39% delle aziende non trova personale perché i candidati sono troppo pochi e scarsamente formati.
Una problematica che è diffusa in tutta l’Isola, dove il 42% dei posti offerti dalle aziende rimane vacante. A denunciarlo è Confartigianato Sardegna, che lamenta nel territorio la carenza di esperti digitali e ICT ma anche autisti di mezzi. Mancano anche edili specializzati in riqualificazione energetica, tecnici delle rinnovabili, acconciatori, estetisti e cuochi. Insomma il lavoro ci sarebbe ma i posti rimangono liberi a causa del ridotto numero di candidati. La causa è spesso l’inadeguatezza professionale degli aspiranti e per altre “generiche motivazioni”.
Fino a un anno di ricerca per personale specializzato.
E’ questo, in sintesi, ciò che emerge dall’analisi realizzata dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, sulle “Difficoltà di reperimento di personale nelle MPI nell’Isola”. Per questo rapporto sono stati rielaborati i dati UnionCamere, ANPAL ed Excelsior 2022. Il dossier mette anche in evidenza come per trovare personale adeguato, nel 2022 le aziende abbiano impiegato in media 3,3 mesi. Tali tempi si allungano fino a 4,7 mesi per gli operai altamente specializzati. Per migliaia di altre figure altamente professionalizzate occorre oltre 1 anno di ricerca.
A causare la carenza di figure professionali è anche il gap tra scuola e mondo del lavoro, che è molto forte anche nel territorio gallurese. “La difficoltà delle nostre imprese a reperire personale è la conseguenza di una molteplicità di fattori – afferma Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna -. Dalla crisi demografica al gap tra scuola e mondo del lavoro. Ma anche dalla rivoluzione digitale fino alle nuove aspettative e propensioni, soprattutto dei giovani, nei confronti del lavoro”.
“Per questo – continua la presidente – la carenza di manodopera va affrontata con un approccio sistemico e coordinato. Ma anche di tipo culturale, degli interventi di politica economica e delle misure per riattivare il mercato del lavoro. Notevole è l’impegno, nell’artigianato, ad investire su una contrattazione collettiva di qualità. L’obiettivo di fidelizzare i lavoratori alle imprese, prevede anche importanti tutele di welfare bilaterale”.
L’allarme anche nelle pubbliche amministrazioni.
Ma Confartigianato Sardegna vuole mettere l’accento anche sui problemi che potrebbero verificarsi con l’arrivo, e la gestione, dei fondi del Pnrr. “Siamo di fronte a un dilemma molto delicato da controllare, con problemi che potrebbero anche moltiplicarsi – lancia l’allarme la Presidente Lai – . Questo perché se le figure professionali scarseggiano nelle imprese, tali la difficoltà si potrebbero riverberare anche sull’Amministrazione Pubblica e negli Enti Locali, i veri attori della gestione dei contributi europei. Essi però sono storicamente alle prese con una cronica carenza di personale specializzato in redazione e gestione di bandi e progetti”.
Per l’associazione artigiana, affinché il piano si possa realizzare da parte del Governo e della Regione è indispensabile un’immediata e forte azione di sostegno. Ciò si può ottenere attraverso nuove assunzioni di personale o tramite supporti tecnici esterni qualificati. Confartigianato Sardegna, per questo, auspica che l’Esecutivo Nazionale si adoperi per incentivare gli strumenti a disposizione delle imprese per le assunzioni. Ad esempio l’abbattimento degli oneri contributivi. Quanto all’apprendistato, sarebbe fondamentale rafforzare questo tipo di percorso, sottolineando l’importanza dell’ambivalenza tra formazione e lavoro e tenendo però sempre presente un’adeguata retribuzione salariale.