Il ricordo di Isabelle Vanbelle.
Nei primi anni 2000 la parola femminicidio non esisteva e ai tempi la consapevolezza era poca nei riguardi del fenomeno e, in generale, della violenza di genere. Eppure le donne venivano assassinate comunque e nell’anno 2005 in Italia furono 181 (ben più di oggi!). Tra loro anche Isabelle Vanbelle, che fu uccisa dal marito la mattina dell’11 ottobre del 2005, in una frazione di Loiri Porto San Paolo.
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Isabel Vanbelle era bellissima e nel pieno della sua vita con i suoi 37 anni e lavorava come interprete. Di origine belga aveva sposato un 50enne sardo, Gesuino Saba, un imprenditore edile, dal quale ebbe un figlio. Ma dietro il suo sorriso si nascondeva una profonda angoscia.
Lei voleva andarsene dalla loro casa di Azzanì, perché il matrimonio era diventato opprimente per la Vanbelle. Ma suo marito non accettava per nessun motivo che la donna non lo amasse più. Così imbracciò un fucile e pose fine alla sua giovane vita. Fu un femminicidio annunciato perché la donna era vittima di violenza domestica e aveva ricevuto diverse minacce da Saba, anche nei giorni precedenti al delitto. Questo fu, infatti, il motivo del perché la 37enne voleva chiudere il matrimonio. Isabelle aveva chiesto la separazione e dieci giorni prima di essere uccisa, durante un’udienza di comparizione, il giudice aveva imposto al marito di lasciare la casa entro 10 giorni. Ma lui non lo fece.
Saba pianificò la vendetta e, quando il loro figlio era a scuola, prese il fucile e sparò alla Vanbelle, che considerava sua e non poteva essere di nessun altro uomo. Per il delitto, premeditato, il 50enne fu condannato a soli 16 anni di carcere in un’epoca dove ancora il femminicidio non era socialmente punito e non esistevano le aggravanti del codice penale istituite nel 2013 per chi uccide persone legate da una relazione affettiva o convivenza e dal codice rosso nel 2019. Una società che allora non aveva consapevolezza di cosa fosse la violenza sulle donne.
Solo la tranquilla comunità di Loiri Porto San Paolo rimase molto scossa da quell’efferato delitto e non ha mai dimenticato Isabelle. Dopo anni quell’omicidio fu anche riconosciuto come femminicidio e alla donna nel 2018 è stata dedicata una piazza a Loiri.
L’assassino nel 2011 è balzato nelle cronache perché vittima di un tentato omicidio nel carcere di Alghero. Saba era stato colpito dal compagno di cella ad Alghero, con un seghetto e oggi ha finito di scontare la sua pena.