Maxi operazione contro la pedopornografia online: un indagato anche in Gallura

L’operazione della Polizia postale arriva anche in Gallura.

La maxi indagine della polizia postale contro la pornografia online arriva anche in Sardegna, tra gli 81 indagati c’è anche un 32enne della Gallura.

Sono oltre 300 gli uomini della polizia postale dalle prime ore dell’alba stanno eseguendo perquisizioni e arresti in flagranza in 53 province e 18 regioni italiane. Si tratta della più imponente operazione di Polizia degli ultimi anni contro la pedopornografia online. 

Dopo due anni di indagini condotte “sotto copertura” sulla rete Internet, gli agenti hanno identificato 432 utenti che, sfruttando applicazioni come WhatsApp e Telegram, partecipavano a canali e gruppi dove si condividevano foto e video pedopornografici ritraenti vere e proprie violenze sessuali su minori: gli abusi, in particolare, riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati.

Dei 159 gruppi individuati dagli investigatori della polizia postale, 16 erano delle vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti. Ciascun gruppo era regolato da precise e severe norme di comportamento finalizzate a preservare l’anonimato. La violazione di tali regole comportava, infatti, l’espulsione da parte degli amministratori. La lunga e capillare attività di indagine ha consentito di dare un nome ai nickname utilizzati in rete dai pedofili, portandoli allo scoperto e fuori dall’anonimato della rete.

Sono 81 gli italiani identificati dalla Polizia Postale milanese, due dei quali, un ottico con collaborazioni universitarie napoletano di 71 anni e un disoccupato veneziano di anni 20, promuovevano e gestivano gruppi pedopornografici, organizzandone l’attività e reclutando nuovi membri provenienti da ogni parte del mondo. Quella della transnazionalità è una caratteristica che accomuna tutti i gruppi scoperti dagli agenti infiltrati. Sono, infatti, ben 351 gli utenti stranieri coinvolti nell’indagine, per ciascuno dei quali sono state raccolte tutte le tracce informatiche utili alla loro identificazione.

Tali elementi, condivisi con le Agenzie di cooperazione internazionale di polizia, hanno consentito di trarli in arresto sia in Europa che nel resto del mondo. L’attività svolta ha evidenziato come il fenomeno criminale in argomento sia assolutamente trasversale, dal momento che tra gli indagati figurano persone di estrazione sociale ed età molto eterogenee, quali affermati professionisti, operai, studenti, pensionati, impiegati privati e pubblici, di cui un vigile urbano e diversi disoccupati, con età anagrafiche che oscillano tra i 18 e i 71 anni.

Le regioni maggiormente interessate risultano essere la Lombardia e la Campania. In tali territori, infatti, risiede il 35 % degli indagati. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer e account di email e profili social. Durante le perquisizioni sono stati altresì rinvenuti gli account utilizzati dagli indagati per la richiesta del materiale pedopornografico e un ingente quantitativo di materiale illecito custodito sui supporti informatici sottoposti a sequestro.

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