Lo scandalo pedofilia in Gallura.
Si trova da un anno in carcere per accuse gravissime: il papà, che vive in Gallura, avrebbe violentato il figlioletto di 8 anni e costretto a fare video per essere diffusi in chat, con altri minori coinvolti. L’inchiesta sul caso di pedofilia, avviata in un paese dell’Alta Gallura e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, ha portato alla chiusura del caso, con il pubblico ministero Gilberto Ganassi che ha chiesto il rinvio a giudizio per l’uomo e altre due persone coinvolte.
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Oltre al figlio dell’arrestato, sono stati individuati altri quattro minori vittime degli abusi, portando così il numero delle vittime a cinque. Gli altri due uomini inizialmente indagati sono stati esclusi dalle accuse, poiché la loro presenza nelle videochiamate non è stata confermata dai minori durante l’incidente probatorio.
Gli indagati nel giro di pedofilia in Gallura.
L’uomo di 42 anni, papà del piccolo, è accusato, in concorso con un altro uomo di 31 anni, di pornografia minorile e violenza sessuale su cinque minori, compreso il figlio. Le accuse parlano di “video pedopornografici” realizzati dal 42enne, con il coinvolgimento del figlio, e delle immagini che venivano condivise con altri in videochiamate o tramite chat ad altri uomini.
Una donna di 32 anni, accusata di corruzione di minorenne, è coinvolta nel caso, poiché avrebbe avuto un rapporto sessuale in presenza della figlia, in concorso con uno degli arrestati. Il caso è emerso nel marzo 2024 dopo la denuncia dell’ex moglie dell’uomo, che aveva appreso degli abusi dal bambino.
Successivamente, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione dell’42enne e sequestrato dispositivi elettronici, rinvenendo le prove delle violenze sui bambini. Durante le indagini, altre persone sono state identificate come destinatarie delle immagini pedopornografiche. L’inchiesta ha portato alla testimonianza di due minori, che hanno confermato quanto accaduto. L’udienza preliminare è fissata per martedì 18 marzo, presso il tribunale di Cagliari.